Tratto da ‘Sat-Darshana Bhashya and Talks with Maharshi’ di Kapila Sastriar.
Ramana Maharshi – Nello yoga il termine samadhi si riferisce a una sorta di trance e vi sono vari tipi di samadhi. Ma il samadhi di cui parlo è diverso. È il Sahaja Samadhi. In esso c’è samadhana [stabilità] e si rimane calmi e composti anche mentre si è attivi, in quanto ci si rende conto che si è mossi dal più profondo Sé interiore. Quindi si agisce, si pensa, si parla senza essere influenzati da ciò che si fa, si dice e si pensa. Non si hanno più timori, ansie e preoccupazioni. Ci si rende conto che non vi è niente [del fenomenico] che ci appartiene. E tuttavia tutto è fatto da Qualcosa con cui si è in profonda unità consapevole.
D. – Se questo Sahaja Samadhi è considerato il conseguimento più elevato, non vi è dunque bisogno del nirvikalpa samadhi…
M. – Nel Raja Yoga, il Nirvikalpa Samadhi [stato privo di concettualizzazione] può avere valore [Patanjali, negli Yoga Sutra, lo enfatizza moltissimo], ma sulla via di Jnana questo sahaja sthiti [stato naturale], o sahaja nishtha [dimorare nello stato naturale], È IL NIRVIKALPA STESSO. In tale stato naturale la mente è libera da dubbi, non c’è alcun bisogno di oscillare tra alternative di possibilità e probabilità, non si percepiscono vikalpa [differenze] di alcun tipo. Si è sicuri della Verità poiché si sente la presenza del Reale. Anche quando si è attivi, si è consapevoli di esserlo all’interno della Realtà, del Sé, dell’Essere supremo.
D: Qual è la differenza tra il sonno profondo – lo stato di Laya simile a una trance, in cui la mente è temporaneamente disattiva – e il samadhi?
M. – Nel sonno profondo la mente è immersa nel Sé ma non è ancora distrutta, dunque riappare quando ci si desta. Ciò può accadere anche nella meditazione. Ma la mente che è stata distrutta non può riapparire.
Lo scopo dello yoga dev’essere la distruzione dell’identificazione con la mente, non quello di sprofondare in Laya [la disattivazione temporanea del mentale]. Nella pace della meditazione a volte subentra Laya, ma ciò non è sufficiente; la meditazione dev’essere integrata con altre pratiche per distruggere la mente. Si narra di aspiranti che sono entrati nel samadhi yogico con un pensiero insignificante, e dopo un tempo enorme si sono risvegliati con lo stesso pensiero; nel frattempo, nel mondo, si erano succedute varie generazioni.
Un tale yogi non ha distrutto la sua mente. La vera distruzione della mente è NON RICONOSCERLA SEPARATA DAL SÉ [Ciò che avviene, avviene all’interno del Sé]. Anche adesso la mente non è separata. Riconoscilo! Come puoi farlo se non nelle attività quotidiane che svolgi automaticamente? Sappi che la mente che le promuove non è reale, è solo un fantasma che emerge dal Sé. È COSÌ CHE LA MENTE VIENE DISTRUTTA.
D. – Il meditante può essere disturbato da disturbi fisici durante il nirvikalpa samadhi? Su questo punto, io e il mio amico non siamo d’accordo.
M. – Avete ragione entrambi. Uno di voi si riferisce al Kevala Nirvikalpa Samadhi e l’altro al Sahaja Nirvikalpa Samadhi. In entrambi i casi la mente è immersa nella beatitudine del Sé, ma nel primo caso i movimenti fisici possono causare disturbo al meditante perché la mente non si è completamente estinta. È ancora viva e può, come dopo il sonno profondo, tornare di nuovo attiva in qualsiasi momento. È come un secchio caduto nel pozzo e completamente sommerso dall’acqua, ma vi è rimasta la corda attaccata che può riportarlo su. Nel Sahaja Samadhi la mente è sprofondata completamente nel Sé e il secchio è annegato nelle profondità del pozzo insieme alla sua fune. Nel sahaja non c’è più niente da disturbare o da riportare nel mondo. Le proprie attività assomigliano a quelle di un bambino che, mentre dorme, succhia il latte della madre e si accorge a malapena che si sta alimentando [per questo Robert Adams, Atmananda e altri realizzati affermano che lo jnani è sempre nel sonno profondo].
D. – Come si può funzionare nel mondo in uno stato del genere?
R: Chi si abitua naturalmente alla meditazione e gode della beatitudine che ne deriva non perderà il suo stato di samadhi, qualsiasi lavoro esterno faccia o qualunque pensiero venga alla sua mente. Questo è il Sahaja Nirvikalpa Samadhi. Esso è Nasa [totale distruzione della mente], mentre il Kevala Nirvikalpa Samadhi è Laya [temporanea sospensione della mente]. Chi è nel stato di Laya Samadhi di tanto in tanto dovrà riportare la mente sotto controllo. Nel Sahaja Samadhi, essendo distrutta, la mente non germoglierà mai più. Qualunque cosa facciano questi Jnani è solo qualcosa di accidentale [dovuto al grande distacco, l’azione avviene come in un sogno]. Essi non scivoleranno mai via dal loro stato elevato.
Coloro che sono nello stato di Kevala Nirvikalpa Samadhi non sono ancora realizzati, sono ancora ricercatori. Coloro che sono in Sahaja Nirvikalpa Samadhi sono come una fiamma in un luogo senza vento, o come un oceano senza onde: non vi è movimento in loro. Non riescono a trovare nulla che sia diverso da loro stessi, mentre per chi non ha raggiunto questo stato, tutto sembra essere diverso da sé.