L’evoluzione della relazione duale consiste nel tramutarsi in samadhi, lo stato unitivo.
Il primo tipo di samadhi è il savikalpa, dove senti di essere Uno con ogni altra cosa nell’essenza, ma compare ancora l’apparenza della forma. Per esempio, guardo un albero e sento che io e l’albero siamo Uno. Poiché l’apparenza è mente, viene detto che nel savikalpa c’è ancora mente. Sri Patanjali negli ‘Aforismi sullo Yoga’ lo chiama sabija samadhi. In sanscrito ‘sa’ vuol dire ‘con’ e ‘bija’ ‘seme’, perciò sabija vuol dire con seme; il seme è la mente.
L’evoluzione del savikalpa samadhi è il nirvikalpa, in cui c’è solo l’essenza e niente più forme apparenti. Questa essenza viene percepita come un Nulla; Buddha la chiama Vuoto. Abbiamo già detto che questo Nulla o Vuoto è la Pura Coscienza che appare come un Nulla perché è invisibile, come l’acqua di una piscina quando la superficie è immota e priva di riflessi. Patanjali lo chiama nirbija samadhi; il prefisso ‘nir’ significa ‘senza’.
Il nirvikalpa samadhi è già la visione totale della Verità priva di veli. Non viene ancora identificato con la Liberazione perché bisogna attendere che sciolga le vasana (spinte mentali) rimanenti, che altrimenti risvegliandosi riporterebbero il presunto jnani indietro dalla Liberazione, di nuovo all’ego e la dualità. Quando le vasana sono state dissolte allora il nirvikalpa samadhi prende il nome di sahaja samadhi. Sahaja vuol dire naturale, e poiché è naturale è senza sforzo.
Ma cos’è esattamente il sahaja samadhi? È l’identità dello jnani con l’Essenza-Nulla che diventa lo sfondo immutabile, il sostrato autoconsapevole di qualsiasi altro stato. Per questo Jnanananda afferma: “Sono sempre in nirvikalpa, sono sempre nel sonno consapevole, anche durante lo stato di veglia”.
Nel nirvikalpa samadhi, e poi nel sahaja, lo jnani comprende di essere prima della mente, che la sua vera natura è senza mente. È nel nirvikalpa che recide il nodo della sua identità con la mente (manonasa). E poi come vive? Non ci pensa più! Interiormente non percepisce più differenze: tutto è il Sé! Può essere indistintamente in relazione o in assorbimento, secondo il suo carattere, il suo prarabdha (il karma che si sta manifestando nel presente) e la volontà del Divino. Il ‘Sutra del Cuore della Perfetta Saggezza’, uno dei principali sutra buddhisti, insegna che tutto è Vuoto; esso conclude: “[Sapendo tutto questo] i Bodhisattva vivono nella perfetta saggezza, senza ostacoli mentali e senza più paura, molto al di là dei pensieri illusori, e questo è il Nirvana”.