In genere la pulizia mentale
è un cambiamento all’interno della mente;
raramente va oltre.
È una cura temporanea
per sbloccare attenzione fissata sull’illusione
e devolverla alla sadhana.
Ma per risolvere i problemi in modo radicale
e definitivo,
il metodo non può che essere ontologico:
dovete andare oltre la mente,
dove il pensiero scompare
e quindi il mondo e l’ego scompaiono,
e rimanere/dimorare lì.
Concedetevi quel po’ di tempo
per abituarvi a non essere un ego
che vive in un mondo di oggetti,
ma essere Assoluto.
Allora, quando ne avrete assaporato l’ineffabile bellezza,
dopo un po’ Quello si stampa in voi
e rimane come ‘vero Io’ trascendente
anche quando la vostra forma di sogno
agisce nel mondo fenomenico.
Sri Ramana diceva: “È sufficiente che non vi siano pensieri”;
e ancora: “Se vi concentrate su un unico pensiero,
la mente si ferma”, e naturalmente proponeva
il pensiero-io,
ma vi sono anche altri modi.
Dovete sviluppare la concentrazione
altrimenti sarete sempre schiavi della mente.
Quando lo fate
a un certo punto sentirete
che la concentrazione stessa è voi.
Sri Ramana diceva: “Questa stessa concentrazione
[sviluppata attraverso lo sforzo]
a un certo punto diventa il sahaja
[lo stato naturale]”.
Bhagavan sottolineava spesso
l’importanza della concentrazione.
In genere gli advaitini comprendono poco
questa importanza.
Loro vogliono solo l’esperienza del Sé
e pensano che basti quella.
Ma senza concentrazione
non riusciranno ad affrancarsi dalla mente,
e quindi le loro esperienze saranno volatili.
In questi ultimi post
abbiamo esaminato i tre elementi
della Via Diretta:
• l’esperienza non-duale del Sé
• il ragionamento superiore per rieducare la mente
• la concentrazione per spegnerne l’interruttore.