Sri Ramana Maharshi, dal Discorso 199
M. – Esiste una sola Coscienza, anche se in genere si parla di diversi tipi di coscienza: la coscienza del corpo, la coscienza del Sé, ecc. In effetti si tratta soltanto di stati relativi della Coscienza Assoluta.
Senza coscienza, il tempo e lo spazio non esisterebbero. Essi appaiono nella coscienza, che è come uno schermo sul quale tempo e spazio vengono proiettati, come le immagini che vediamo muoversi in un film. La Coscienza Assoluta è la nostra natura reale.
D. – Da dove nascono gli oggetti?
M. – Da dove provenite anche voi. Per prima cosa cercate di conoscere il soggetto e poi potrete porre domande sull’oggetto.
D. – E solo un aspetto della questione.
M. – Il soggetto comprende anche l’oggetto. Quest’unico aspetto comprende tutto. Guardate prima voi stessa e poi gli oggetti. Ciò che non è in voi, non può apparire fuori da voi.
D. – Non sono soddisfatta.
M. – La soddisfazione potrà esserci solo quando raggiungerete la sorgente, altrimenti rimarrà l’agitazione.
D. – Che cos’è il samadhi?
M. – La propria vera natura.
D. – Allora perché è necessario lo sforzo per conseguirlo?
M. – Chi è che fa lo sforzo?
D. – Il Maharshi sa che sono ignorante.
M. – Sapete di essere ignorante? La consapevolezza della propria ignoranza non è ignoranza. Il solo scopo di tutte le sacre scritture è quello di farci scoprire se esistono due coscienze. L’esperienza di ognuno dimostra l’esistenza di una sola coscienza. Può forse l’unica coscienza dividersi in due? Si percepisce qualche divisione nel Sé?
Svegliandosi dal sonno, nello stato di veglia ci si ritrova la stessa persona che prima dormiva. Questa è l’esperienza di tutti. La differenza sta nel modo di vedere. La differenza sorge poiché s’immagina di essere uno spettatore separato dall’esperienza. L’esperienza prova che il vostro essere rimane sempre lo stesso, [se non ci si considera separati dall’esperienza].
* * *
Commento di Soham
Avete notato il punto cruciale del discorso 199?
Uno si sente un io separato quando si immagina separato dall’esperienza. Allora, virtualmente, decade dal Sé e si sente un ego.
Mi aspetto beatitudine e invece mi arriva una mente infuriata. Rimango deluso, mi chiudo e mi immagino separato dall’esperienza, sentendomi così un ego separato. Ma se io non mi immagino separato dall’esperienza, allora sono il Sé che assiste a una robusta manifestazione di Shakti, no?
Rifletteteci.
Vedi anche “Vademecum per la Liberazione”.