I Ritiri costituiscono un momento irrinunciabile per la sadhana. Rappresentano uno sfondamento prodotto dal darshan dei maestri più la sinergia del gruppo dei meditanti, che non sono solo quelli presenti nel posto. La famiglia spirituale dovrebbe averne cura e sostenerli:
1. innanzitutto partecipando, ma non sempre è possibile,
2. in subordine sostenendoli con delle offerte a chi organizza il Ritiro.
Chi pensa di far parte di questa famiglia e non si cura dei Ritiri a cui non può partecipare, è come un fruitore di McDonald.
Organizzare e guidare un Ritiro è un’impresa PAZZESCA, solo l’amore lo fa fare: trova il posto, raccogli le iscrizioni, organizza l’arrivo dei partecipanti, fai la spesa, portala nel luogo del Ritiro e comincia a cucinare e a preparare le cose, poi passa 3 giorni di ritiro svegliandoti all’alba e facendo fluire attraverso di te tutte le barriere dei partecipanti. Poiché le barriere si sollevano quando il partecipante si iscrive, arrivano al Maestro prima del Ritiro, in termini di ostacoli che si verificano nella sua vita, possibili malesseri fisici e peso nella propria coscienza.
Anche chi rimane a casa perché impossibilitato a partecipare, se sente di far parte della famiglia spirituale dovrebbe sentire e rimanere in contatto col Ritiro: sia per sostenerlo entrando a far parte di quella miracolosa sinergia, sia per beneficiarne. Il Ritiro infatti elargisce la propria grazia ben al di là dei suoi confini fisici.
Vorrei ringraziare Renato per aver realizzato questo Ritiro, anche se era stanchissimo ed è venuto con la febbre alta e una laringite da non poter nemmeno parlare. Non lasciate solo chi organizza e guida i Ritiri!!! I nostri Ritiri un business, non ci guadagniamo. Il costo è appena leggermente superiore alle spese vive ma considerate che c’è chi non può pagare.
I Ritiri sono magici, miracolosi, e irrinunciabili: sostienili fisicamente e interiormente!