Dai Satsangha di Francis Lucille
Il vero ‘io’ non è né una percezione né un pensiero, è troppo vicino per essere percepito. Noi possiamo percepire qualcosa solo se è ad una distanza apparente, quel che è ad una distanza pari allo zero non potrà mai essere percepito. Per esempio, l’occhio non può percepire se stesso; può percepire il suo riflesso in uno specchio o la sua immagine su una fotografia, ma non può percepire se stesso perché è a una distanza da sé pari allo zero. Lo stesso vale per la coscienza! Non potrà mai percepire se stessa come oggetto, può solo essere se stessa. Quando la coscienza cerca di percepire se stessa, crea un oggetto e quest’oggetto è il pensiero e sensazione ‘io’.
Il pensiero ‘io’ non è un problema purché si riferisca alla coscienza. Quando aderisce a un attributo, a un sostantivo o un aggettivo come: “io sono una donna”, “io sono un essere umano”, “io sono felice”, “io sono infelice”, “io sono frustrato” e così via, diventa la madre di tutti i problemi.