Sri Ramana Maharshi – Discorso 223
– Perché la mente non s’immerge nel Cuore [Sé] durante la meditazione?
M. – Un corpo che galleggia non affonda facilmente nell’acqua a meno che non lo si forzi. Il controllo del respiro rende la mente tranquilla.
Anche quando è in pace, la mente dev’essere vigile e la meditazione deve continuare senza sosta. Allora s’immerge nel Cuore.
Com’è possibile caricare di pesi un corpo che galleggia e farlo affondare, allo stesso modo la compagnia dei saggi farà affondare la mente nel Cuore.
L’associazione con i saggi è fisica e mentale. L’essere visibile (del guru) spinge la mente all’interno, ma egli è anche nel Cuore del discepolo e da lì attira la sua mente interiorizzata.
Questa domanda si pone solo quando la persona comincia a meditare e trova la cosa difficile. Praticando per un po’ il controllo del respiro la mente verrà purificata. Essa non s’immerge nel Cuore perché le tendenze latenti [vasana] fungono da ostacoli, che vengono rimossi attraverso il controllo del respiro o l’associazione con i saggi. In effetti la mente è sempre nel Cuore, ma è agitata e va di qua e di là a causa delle tendenze latenti. Quando queste saranno neutralizzate, la mente sarà calma e tranquilla. Con il controllo del respiro, però, la mente sarà tranquilla solo temporaneamente, perché le tendenze sono ancora presenti. Se invece la mente è trasformata nel Sé non darà più alcun problema. Ciò avviene con la meditazione.