la mente si trova immersa in un costante adesso da cui il suo ininterrotto sguardo sullo Sconosciuto non può spostarsi

Sergio: — Come sta andando la situazione dopo il collasso dei concetti. Hai fatto delle nuove scoperte?

M. — Caro Sergio, Bernadette Roberts scrive: “L’unione viene collaudata da una serie di prove esteriori che ne rivelano la profondità […]. E se queste non si offrono spontaneamente, la persona le cerca perché l’energia creata dall’unione deve trovare espressione ed accettare, se pur soffrendo, la sfida a rivelare e affermare questo tenace amore”.

Quindi ho creato tutto questo O tutto questo si è creato solo per amore, per consolidare questa unione.

Nel mio cuore c’è tanta gratitudine per ciò che ha causato questo collasso. È una di quelle occasioni rare e preziose in cui Dio ti chiede tutto, e se Lui me lo ha chiesto è perché posso fidarmi.

Proprio stanotte ho avuto l’immagine chiara e precisa di come le persone coinvolte – da cui mi sono sentita ferita – emanavano da me: sono parti di me. Le guardavo come in un film; guardavo la mente e tornavo a me appoggiandomi a questo… “Nuovo”.

… E più mi appoggio, e più lo cerco e più il cuore si apre e diventa senza confini, libero! Sì, libertà senza limiti, dove tutto è possibile e Sempre Nuovo. E sempre più Presente.

Uso ancora le parole di Bernadette: “La mente […] si trova immersa in un costante adesso da cui il suo ininterrotto sguardo sullo Sconosciuto non può spostarsi”.

E se si sposta deve tornarci, non può fare altrimenti.

Non solo la mente, ma anche il corpo cerca di abituarsi a queste vibrazioni; cerca forse anche di contenerle… Ma se mi lascio cadere dentro, esplodo nell’identità con Dio.

È tutto Nuovo, sempre continuamente e immutabilmente Nuovo.

Grazie. Ti voglio bene.

Sergio: — Non poteva andar meglio.

Ciò che le persone chiamano morte, con un certo timore, è questo Sconosciuto. E questo Sconosciuto è Trascendenza, e la Trascendenza è ‘oltre i concetti’, cioè ‘oltre la mente’. Lì i concetti non possono nemmeno essere negati, perché negarli presupporrebbe che siano esistiti. Lì, l’unica espressione della Verità è il Silenzio. Non si tratta di un silenzio esteriore, uno può anche parlare e pensare. Si tratta di Coscienza: la Coscienza che la Verità – Ciò che sei – è innominabile. E questo apre la porta al nirvikalpa.

Lo Sconosciuto significa anche: non conoscenza relativa. Così tutto è sempre incantevolmente nuovo.