La vacuità delle forme priva di percezione del Divino è nichilismo materialista, non spiritualità. Quel nulla nichilista è l’arida conclusione dell’ego, incapace di sciogliersi nel samadhi dell’Unità di Dio, che è Amore in Sé. Buddha ha parlato di vacuità, di nirvana, ma quanta dolcezza, amore e compassione erano in Lui. Come avrebbero potuto tali sentimenti albergare in un nulla nichilista?
Vi spiego come un arido nulla viene scambiato per Dio. Un aspirante con poca bhakti ha un’esperienza dell’insussistenza dell’universo fenomenico. Egli però non ha conosciuto (o non abbastanza) il samadhi, che è l’unica vera non-dualità!, né è in grado di vedere l’Unità che sta oltre la mente: che è il Brahman, il nostro profondo intimo Sé. L’esperienza del nulla diviene allora la fredda nozione del proprio ego, che comincia a predicate che la Verità è un nulla senza Divino.
Vi mostro come Shankara presenta questo ‘nulla’ nel Vivekachudamani:
521. “L’universo, essendo una serie ininterrotta di percezioni del Brahman, non è altro che il Brahman. Perciò, in ogni circostanza, osserva questo universo con l’occhio di tale illuminata comprensione, e mantieni serena la tua mente [non turbata dalle vicende del mondo]. Chi è colui che, avendo occhi [illuminati], non riconosce tutte le forme come espressioni della stessa sostanza? Quale percezione potrebbe allora sollecitare il suo intelletto se non il Brahman?” [Praticamente vive nel Brahman, non nell’universo fisico e sottile].
Senza amore non si va lontani sul sentiero spirituale.
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Commento di Fabrizio : — Il nulla nichilista è la negazione di qualcosa, il nulla di Dio è l’integrazione di tutto.