Ho avuto con un aspirante un colloquio telefonico che voglio condividere con voi.
Anzitutto quando io dico ‘stato stabile’ mi riferisco alla fase in cui l’aspirante può entrare nel samadhi a volontà. C’è ancora un ego, anche se molto sottile, e spesso l’aspirante crede di esser già liberato, mentre non ha ancora passato manonasa (la definitiva dissoluzione dell’ego senza possibilità che si riformi).
Abbiamo poi parlato dell’integrazione delle impressioni. Nella fase nirvikalpa, senza sforzo, dell’abbandono, in genere le tecniche di pulizia mentale vengono abbandonate, fino a risultare impossibile farle; ciò che dissolve le impressioni è la consapevolezza, la quale però in tale fase ha bisogno di essere libera e non guidata dalla volontà. Applicare la guida della volontà alla consapevolezza in questa fase ne limita l’effetto liberatorio. Ciò non toglie che in qualche circostanza se ve ne fosse il bisogno si può fare qualche tecnica. Anche dopo manonasa può continua la purificazione, ma le impressioni svaniscono non appena la consapevolezza le vi poggia lo sguardo.
Abbiamo parlato di sadhana, e qui devo dare qualche precisazione su quanto ho detto in precedenza. Nella fase del nirvikalpa, dell’entrare nel Sé senza sforzo, il concetto di sadhana scompare. Il concetto di sadhana si applica alla fase savikalpa, dello sforzo. Se un aspirante che è in nirvikalpa si da un programma giornaliero di meditazione: devo meditare tante ore al giorno, così e cosà ecc., non fa altro che ferire la Shakti che è già spontaneamente diretta verso il Sé. Io medito molte ore al giorno, ma perché mi PIACE!!! Nella fase senza sforzo (nirvikalpa), introdurre un concetto di sforzo è in genere controproducente, ma dovreste tener presente che Sri Ramana diceva che prima della liberazione (manonasa) se vi è bisogno di qualche sforzo, questo va fatto. Inoltre vi prego di fare attenzione a non togliere la sadhana con sforzo a chi è ancora nella fase savikalpa; dovreste seguire l’aspirante secondo il suo livello di coscienza di quel momento.
Abbiamo poi osservato che anche dopo manonasa vi possono essere dei comportamenti impropri. Quando Sri Ramana manda a chiamare Poonja e con molto amore gli dice che deve andare a salvare i genitori indù bloccati in Pakistan, Poonja era già liberato, aveva già passato manonasa – questo è molto interessante!!! Però glielo deve dire il Maestro perfetto. Se hai un liberato che ha la testa di un cavallo pazzo e Sergio gli fa qualche osservazione, quello spedisce il povero Sergio all’inferno… Glielo deve dire il Maestro perfetto, e sicuramente Anandamayi Ma lo farà a tempo debito.
Abbiamo poi parlato della trasmissione diretta del Nirvana. A volte chiedevano a Sri Ramana di dar loro una trasmissione diretta del Silenzio, e Bhagavan lo faceva: li teneva nella non-mente per un 4 ore. Poi si riprendevano ed erano sommamente felici, ma non erano tutti liberati… La trasmissione del Nirvana ha i massimi effetti con quegli allievi che hanno profondamente capito l’assoluta necessità di abbandonare mente, corpo, relazioni, vita, mondo a Dio, e hanno fermissimamente deciso di farlo!!! Swami Lakshmana era assolutamente pronto, e quando si trovò di fronte agli occhi di Ramana la sua struttura collassò in pochi secondi, a tal punto da non essere più in grado di badare a se stesso, e Bhagavan incaricò un assistente di prendersi cura di lui.
Cosa intendo dire con quest’ultimo punto: che senza un contesto di insegnamenti puri – la scuola – che orienta l’allievo al dharma e ad abbandonare tutto se stesso a Dio, le vostre trasmissioni dirette della verità rischiano di essere un po’ sprecate. Ecco perché tengo tantissimo alla purezza dell’insegnamento e a distinguere il dharma dall’adharma. Se non c’è la purezza dell’insegnamento rischiate di far diventare il vostro Ritiro Nirvana un ritiro di relax, e ci starete tanto tanto male…