la realizzazione del testimone, 2

A questo punto, la ragione superiore ha quasi esaurito tutto il lavoro che poteva fare. Il mondo grossolano, il mondo sottile, il corpo e la mente non sembrano esistere al di fuori della consapevolezza. Nulla è vissuto come indipendente e autosufficiente, ma piuttosto come fatto di spontanei affioramenti nella consapevolezza testimone.

Avendo realizzato il testimone, scopri che sei sempre stato a casa. Non senti più di esser nato, né che morrai. Se lo stesso universo soccombesse, tu – in quanto consapevolezza – ci SEI.

Non prendi nulla di tutto ciò personalmente, perché hai visto che le strutture che lo permettevano non sono mai esistite. Non ti senti più solo né separato o alienato in alcun modo. Non paragoni più le tue conquiste spirituali a quelle degli altri, non desideri avere l’esperienza di un altro, poiché non sembra più che l’esperienza sia personale. L’esperienza è diventata un altro termine per indicare la stessa consapevolezza globale.

La tua esperienza è di totalmente dolcezza e apertura. Le precedenti descrizioni che dipingevano la consapevolezza come amore sono ora in pieno accordo con la tua esperienza diretta, in ogni momento. La dolcezza non viene esperita perché emergono impressioni piacevoli, è molto più profondo di questo. Non si tratta di un oggetto che emerge: ora la dolcezza viene globalmente percepita come la fonte, la natura stessa di ciò che emerge. Persino le impressioni che normalmente si definirebbero ‘dolore’ sono considerate, amorevolmente, dolci da questa stessa dolcezza. Nulla è vissuto come eccezione a questa perfetta apertura, chiarezza, amore e dolcezza. Questo è radicale e rivoluzionario, ed è il tuo stato naturale.

Greg Goode, ‘Standing as Awareness’