Dopo la realizzazione del Kevala Nirvikalpa Samadhi1, Jnanananda sognò un grande albero in un prato. Con due dita gigantesche prese quest’albero, lo estrasse delicatamente dal terreno e lo lasciò sospeso nell’aria. L’immagine voleva dire che il Sé (l’albero) non aveva più radici nella mente (la terra).
Quando tredici mesi dopo realizzò manonasa2, sognò ancora quell’albero, ma questa volta al posto delle radici c’erano le sue stesse fronde. Voleva dire che il Sé era senza causa. L’illusorio senso di causa-effetto era andato definitivamente perduto.
NOTE
1. Kevala Nirvikalpa Samadhi: si rimane stabili nel Sé ma l’ego non è ancora stato definitivamente dissolto e potrebbe potenzialmente essere riportato a galla dalle vasana che sono rimaste dormienti.
2. Manonasa: la dissoluzione definitiva dell’identificazione con la mente.
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NESSUNA CAUSA, NESSUN EFFETTO
La mente umana fa sempre risalire un effetto a una causa. E poi ci dev’essere una causa per la causa, e così la speculazione diventa interminabile. Quindi l’intelletto comincia a indagare il passato e il futuro senza mai guardare il presente. Tutto ciò impedisce all’individuo di diventare introverso e lo fa sentire un io-agente-causa che produce effetti.
Quando si conosce il Sé c’è pace perfetta! Nessuna causa, nessun effetto, nessun divenire, nessuna evoluzione, nessun io-agente: solo e unicamente il Sé.
[Tratto liberamente dal discorso 644 di Bhagavan Sri Ramana Maharshi]