Gli individui intraprendono la via spirituale per sfuggire al dolore. È la spina nel fianco del dolore (insicurezza, paura, memorie negativi…) che dà loro la motivazione per praticare. Ma praticando prima o poi cominciano a star meglio, e a quel punto aspiranti che sembravano totalmente devoti alla via e al Guru spesso abbandonano… Ritornano ai piaceri e alle distrazioni del mondo e riprenderanno la via spirituale, nella vita presente o in un’altra, quando avranno accumulato di nuovo abbastanza dolore da avere quella spina nel fianco per motivarli a praticare…
Comprenderete che per raggiungere la Liberazione non ci si può affidare al dolore come motivazione. Che fare allora?
Bisogna passare dal praticare per il proprio bisogna al praticare per amore di Dio. Questo si chiama Parabhakti: ESSERE MOSSI SOLO DALL’AMORE PER DIO.
Ma chi può dire di essere totalmente nella Parabhakti? Solo chi avendo estinto l’ego per sempre è completamente realizzato… Qui però a noi interessa sapere come superare il dolore come motivatore per la pratica spirituale, altrimenti quando starete un po’ meglio abbandonerete; quindi ci interessa sapere: COME RAGGIUNGERE LA PARABHAKTI.
Io propongo un modo semplice e apparentemente di basso profilo: portate l’attenzione alla Presenza Testimoniale che c’è sempre, qualsiasi esperienza stiate vivendo, e lasciate – senza forzare – che l’interesse e l’amore per essa aumenti spontaneamente. Man a mano che la vostra identità si trasferirà alla Presenza Testimoniale, invece che alla vostra persona, la pace che gradualmente vi benedirà farà nascere l’amore per la Presenza Testimoniale, che è Dio… e così si arriva alla Parabhakti.
Insomma, l’amore per Dio è di quelli che cresce gradualmente. Chi invece è preso da un colpo di fulmine duraturo è perché ha già fatto i compiti nelle vite passare
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