A volte la stessa esperienza del Sé viene descritta in modo diverso, dovuto alla diversa cultura e al diverso temperamento di chi la descrive. Altre volte invece è diversa la comprensione dell’esperienza: una è più profonda e completa e l’altra è più parziale – e voi sapete che, come diceva Sri Atmananda (Krishna Menon): “Non è l’esperienza spirituale in sé che illumina, ma la corretta comprensione della stessa”.
A tal proposito voglio raccontarvi la storia di Huìnéng, il 6° Patriarca del Buddismo Chán (Zen). Non è la prima volta che ve la racconto, ma continua a trovare questa storia così toccante e ispirante…
Rimasto orfano in tenera età, Huìnéng era analfabeta e privo d’ogni cultura religiosa. A trent’anni si recò al mercato per vendere della legna ed ebbe l’occasione di ascoltare un monaco buddista che recitava ad alta voce il Sutra del Diamante. L’esperienza gli causò una profonda illuminazione e lo indusse a raggiungere il monastero dello Huángméishān, sul versante sudorientale della moderna Hubei, dove risiedeva il 5° Patriarca, Hóngrěn, della scuola buddhista Chán.
Huìnéng incontrò Hóngrěn, il quale gli contestò che difficilmente un “barbaro del Sud” sarebbe potuto divenire un buddha. Huìnéng gli replicò che, nonostante si potessero osservare differenze tra le genti del Sud e quelle del Nord, la natura di Buddha era la stessa per tutti. Hóngrěn riconobbe in Huìnéng un essere illuminato, e per non turbare la formazione dei monaci lo relegò al ruolo di sguattero in cucina, impartendogli in segreto i suoi insegnamenti più profondi.
Giunto in punto di morte e dovendo stabilire il suo successore, il patriarca Hóngrěn chiese ai monaci di esporre in versi l’essenza del Dharma buddhista. Narra lo Liùzǔ tánjīng che il capo dei monaci, Shénxiù, presentò i seguenti versi, ponendoli nel corridoio di fronte alla porta della cella del 5° patriarca:
«Il vero albero della Bodhi è il corpo,
la mente è il suo specchio lucente.
Lascialo sempre perfettamente chiaro,
che non vi sia un solo granello di polvere».
La notte successiva, Huìnéng lasciò il suo scritto accanto ai versi di Shénxiù:
«Mai vi fu albero della Bodhi
e neppure il suo specchio lucente.
Tutto fin dall’inizio è immacolato,
dove mai cadrà la polvere?».
Quando il 5° Patriarca lesse i versi di Huìnéng decise di nominarlo, in segreto, suo successore. Huìnéng lasciò quindi il monastero fuggendo nuovamente verso Sud, inseguito dai discepoli Shénxiù che reclamavano la successione per il loro maestro. Solo in seguito Huìnéng prese gli ordini monastici e insegnò nei monasteri della città di Caoxi, risiedendo infine nel monastero del sud rinominato successivamente Nánhuá-sì.