Tutto quello che capita nella vita lo perderai, sia il positivo che il negativo. Perciò la vita dovrebbe essere considerata come un sogno. Ma l’attenzione non deve andare sul sogno così da avere un comportamento svagato come se avreste preso dei tranquillanti, ma sulla consapevolezza che rimane stabile e priva attaccamento e avversione in quanto cosciente dell’impermanenza del sogno. Dovete allenare questa facoltà in meditazione. Se vi sono cose che vi fanno paure, confrontatele con la consapevolezza che si tratta di un sogno; consentitevi la gradualità necessaria.
La consapevolezza della natura effimera degli accadimenti del sogno della vita diventa una ‘stabilità interiore’ e non ha nulla a che vedere col comportamento esteriore. Si può essere molto impegnati nella vita e allo stesso tempo rimanere interiormente consapevoli che è tutto un sogno senza esservi appiccicati, senza nutrire attaccamento e avversione, come Re Janaka di Mithila ha luminosamente insegnato.