l’abbandono al Divino

L’Abbandono al Divino è l’unico stato in grado di distruggere la radice dell’ego. La pratica con sforzo iniziale serve a purificare la mente grossolana. La pratica del “Chi Sono Io?”, il continuo chiedersi: “Chi sono io? Chi sta pensando questo? Chi prova questa emozione?” ecc., serve a rendere noto il Sé, ma perché possiate rimanere stabilmente nel Sé dovete contemporaneamente praticare l’Abbandono al Divino. Questo Abbandono rimane come ‘stato naturale’ anche dopo la realizzazione. Si manifesta come assenza di pensieri inutili, poiché l’attenzione è sempre rivolta al Divino, e poiché il Divino è il Sé, si manifesta come Presenza lucida – eccetto quando vi immergete nel nirvikalpa.

Alcuni allievi, fortemente abituati al modo di fare dell’ego, non riescono a vedere-comprendere questo Abbandono; allora ho creato un semplice allenamento che mostrerà loro com’è vivere nell’Abbandono a Dio, che è il modo di vivere di un realizzato. Se la loro vocazione è sincera, capiranno ed abbandoneranno l’approccio egoico.

La pratica consiste in due istruzioni. L’aspirante si dà la prima istruzione e la esegue; poi si dà la seconda e la esegue. Poi ripete la pratica per tutta la durata della sessione. La pratica deve continuare fin quando l’Abbandono al Divino non è diventato il proprio comportamento naturale

LA PRATICA

1. Ricorda una volta in cui qualcosa è venuto verso di te e tu vi hai opposto resistenza.
2. Riconosci che ciò che è venuto verso di te è Dio ed Abbandonati ad Esso.

Questo non significa passività fisica. L’Abbandono è interiore, poi la risposta fisica si produrrà spontaneamente e tu non ne sarai l’autore.

Questa pratica:
• quieta la mente.
• estingue le vasana (spinte mentali)
• estingue il carattere egoico dell’aspirante
• e infine lo stabilisce nell’equanimità del Sé.

Sono riuscito a spiegarvi che senza Abbandono a Dio non c’è nessuna Liberazione? Potete anche giungere a rimanere nel Sé per lunghi periodi, tuttavia se non vi siete radicati nell’Abbandono a Dio rimarrete sempre instabili, ora nell’ego ora nel Sé.