Quando l’amore non è più impedito da sentimenti di avversione, non vi sono più vasana, e allora la Conoscenza del Sé può risplendere sul trono di Jnana.
Viceversa, se rimangono nella mente sentimenti avversivi, l’aspirante levita un po’ finché le vasana sono dormienti, e poi ritorna giù quando le vasana si risvegliano.
La pratica di Lester Levenson, ‘Trasformare Tutto in Amore’, l’ha potuta fare solo lui. È vero che ha avuto la spinta della paura di morire, ma trasformare tutto in amore, ottenere le siddhi e realizzarsi, tutto in pochi mesi, è un’esperienza più unica che rara, è l’eccezione che conferma la regola. Non è ragionevole attendersi che tutti si illuminino con una sadhana di sole due ore perché è stato così per Ramana.
Però la necessità di sostituire l’amore alla mente avversiva rimane. Perciò ho sviluppato una pratica più graduale.
Questo il protocollo:
— Contatta un sentimento di avversione.
— Individua l’identità che sperimenta questo sentimento.
— Fai un intento di diventare Uno con questa identità.
E poi, sempre con l’intento di diventare Uno, pulire tutto quello che rimane dell’identità e del panorama intorno all’identità.
Riprendere quindi dalla prima istruzione: Contatta un sentimento di avversione.
OSSERVAZIONI TECNICHE
● L’intento di divenire Uno è di per sé Amore.
● Perché partire dall’identità? Perché il non-amore che l’assistito percepisce all’esterno è la proiezione del suo non-amore. Perciò vale la pena individuare subito l’identità non-amante. Questa comunque può avere come corollario credenze, sentimenti, ricordi ecc. che la sostengono. Tutto va pulito con l’intento di divenire Uno.
● Non si vede niente in poche sedute. Bisogna raggiungere una massa critica di lavoro per smuovere i grossi paradigmi di chiusura di fondo, che sono per lo più inconsci. Allora si cominciano ad ottenere delle realizzazioni parziali. Ma bisogna continuare fino a quando tutti i paradigmi di non-amore della mente collassano e l’Amore può troneggiare indisturbato. Solo dopo tale trasformazione diventa possibile rimanere nel Sé stabilmente.
È un lavoro difficile, che deve continuare fino allo stabilirsi nel Sé, che è Amore in nuce.
GRAZIE SERGIO, PUOI ESEMPLIFICARE COME POTREI LAVORARCI?
Datti l’istruzione: — Contatta un sentimento di avversione.
— Avversione ai lock down…
— Individua l’identità che sperimenta questo sentimento.
— Vedo la mia persona chiusa in casa che si sente intrappolata.
— Fai l’intento di divenire Uno con questa te chiusa in casa che si sente intrappolata.
— Fatto.
— Cosa è successo?
— Bla bla bla.
— Cosa è rimasto?
— Mi sento impotente.
— Fai l’intento di divenire Uno con questo sentimento.
— Fatto.
— Cosa è rimasto?
— Mi appare il ricordo di quand’ero piccola, quando non mi lasciavano uscire se non facevo i compiti.
— Fai l’intento di divenire Uno con questo sentimento.
— Fatto.
— Cosa è rimasto?
E avanti così fino a che ti senti libera.
Quando ti senti libera su quel “lineare” (si parte da un punto e lo si porta a conclusione), ritorna al punto 1: Contatta un sentimento di avversione.
Quando sganci la mente e non trovi più sentimenti avversivi, fai la prova per vedere se in quel momento sei veramente libera: Stai nel Sé! (per chi è già abbastanza in grado di farlo).
Se non ci stai e hai ancora forze per continuare la seduta, fatti la domanda:
— C’è qualche sentimento di avversione che ti impedisce di stare nel Sé?
Qualsiasi cosa ti impedisce, anche se non appare come un sentimento di avversione, fai su quello l’intento di divenire Uno con esso.
Se invece sei stanca per il peso del materiale mentale mosso, concludi la seduta.
Ieri ho iniziato a lavorare con G., e andremo avanti così fino in fondo. La seduta è durata poco perché lui sgancia subito, credo un 20 minuti.