L’altro giorno mi hai detto che stavi facendo le pratiche per il suicidio assistito e che avresti voluto essere realizzata prima di morire.
È giusto il tuo desiderio! Tu hai un temperamento bhakta, prima di ammalarti cantavi e danzavi al Divino. Allora qual è per te la via più naturale, ovvia e veloce per realizzarti? Canta un mantra-bhajan, anche solo mentalmente se ti affatica farlo con la voce. Forse lo stai già facendo, ma io voglio esaltare questa pratica che è una delle vie per espandere l’amore. Ed è veramente una sublime ed eccellente via!!! Amma, Sri Mata Amritanandamayi Devi, di cui sono devoto, cantava a Krishna tutta la notte, ed entrava in trance, sveniva. Poi di giorno diceva a Krishna “Dammi tutto il tuo lavoro”.
Con la pratica il mantra-bhajan rimane nella mente e si ripete da solo anche quando non lo canti intenzionalmente. Quando muori il bhajan continua per inerzia, anche se sei inconscia, come la ruota del vasaio che continua a girare per un po’ anche quando l’artigiano smette di pedalare. Ciò significa che l’ultimo pensiero che avrai prima e dopo la morte è Dio, e le scritture dicono che se l’ultimo pensiero è il Divino, otterrai la realizzazione nel dopomorte. Il distacco dal corpo fisico è un momento molto favorevole. La prima esperienza che si ha è quella del nirvikalpa, cioè la Pura Coscienza, come durante il sonno profondo. Ma se uno si crede una persona, un corpo, entrerà in incoscienza, come quando è incosciente nel sonno profondo. Dopo questa esperienza, nei giorni successivi si presentano 7 luci splendenti, immergendosi e fondendosi nelle quali si ottiene la realizzazione. Se tu hai lasciato il corpo col mantra-bhajan sarai molto incline ad immergerti in una di quelle luci.
In più, l’amore guarisce a tutti i livelli, fisico, psichico e spirituale. Lester Levenson era molto molto malato, gli avevano detto che non gli rimanevano più di tre mesi di vita, eppure con l’Amore guarì COMPLETAMENTE. Perciò praticare il mantra-bhajan, che per te è sicuramente familiare, è in ogni caso una benedizione. Poi sia come Dio vorrà: se vorrà il suicidio assistito, venga quello; se vorrà la guarigione, sia la guarigione. In ogni caso sarà meraviglioso perché Dio è meraviglioso. Io, carissima, sono con te in questo portare il tuo amore oltre i confini del mondo ❤
P. – Grazie Sergio. Mi potresti dare per favore un mantra-bhajan? Non so cosa sia. Puoi scrivermelo e cantarmelo piano con la tua voce con un messaggio vocale su Whatsapp?
Sergio – Il mantra è un nome di Dio, come Hare Krishna ecc. o una formula che è una preghiera o una lode a Dio, come il Gayatri mantra; il bhajan è un canto devozionale a Dio. Mantra-bhajan significa cantare un mantra, invece che solo ripeterlo senza cantarlo.
Quale mantra usare? Quello che ti ispira di più. Puoi anche cantare Dio Dio Dio Dio con una melodia che crei tu. L’importante è che lo ripeti sempre uguale, in modo che si imprima nella mente.
Negli anni ’80, quando vivevo in condominio, volevo mantenere la privacy e non mi andava cantare Hare Krishna ad alta voce. Allora prendevo la chitarra e cantavo ‘Il Cielo In una Stanza’ e piangevo rivolgendo quelle parole a Dio e non a un partner.
È importante che ripeti sempre lo stesso mantra-bhajan. Puoi anche cantare altri bhajan al Divino, ma senza abbandonare quello che hai scelto ❤
P. – Va bene anche un canto a Dio in bulgaro che sono i miei canti della Fratellanza Bianca Universale?
Sergio – Assolutamente Sì ❣❣❣ Bisogna naturalmente capire le parole che si dicono.