È una meravigliosa frase di Yogananda. La prendo a prestito per descrivere i passi dell’idillio come li vedo io.
1. All’inizio l’aspirante vuole conoscere la propria vera natura.
2. Si impegna in qualche pratica spirituale e comincia ad aver le prime esperienze dirette, o samadhi istantanei.
3. Col tempo comincia ad avere assorbimenti più lunghi.
4. Poi raggiunge un livello in cui come siede a meditare è già subito in samadhi, anche se un attimo prima la sua mente era agitatissima. Questo passo è importante perché indica che l’aspirante ha raggiunto il distaccato dalla mente necessario per diventare stabile nel samadhi.
5. Poi, a un ceto punto, avviene un click dentro di lui. Decide profondamente che la Realtà è il samadhi e non quella umana che si riferisce alla sua persona e… diventa stabile nel samadhi.
6. Qui inizia la purificazione ultima della mente. Quand’è in samadhi parti di mente si presentano alla coscienza e vengono bruciate nell’amore della coscienza impersonale unitiva: il samadhi.
7. La liberazione avviene dopo un certo tempo che si è stabili nel samadhi. Molti credono di essere già liberati, ma non è così. Quando si raggiunge la stabilità nel samadhi bisogna continuare a praticare molta meditazione formale per consentire la purificazione radicale e definitiva che ho descritto. Questa fase nello Dzogchen è chiamata Trek-Chod.
Non dico queste cose per diventare censore dei costumi altrui. Le dico per dare indicazioni corrette agli aspiranti che vogliono veramente la liberazione.
L’AMORE, con tutte le lettere maiuscole, si realizza solo nel samadhi.
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