L’aspirante mantiene la contemplazione sull’Io con sforzo. Praticando così, prima o poi si accorge che, a un livello appena più profondo della mente superficiale, questa contemplazione sull’Io, anzi l’assorbimento nell’Io, c’è già e sta già funzionando, e che lui, preso dall’illusione del mondo, non se ne rendeva conto. Ecco perché a un certo punto stare nel Sé diventa senza sforzo. Non perché uno a furia di sforzarsi diventa così forte che poi gli sembra naturale, ma perché la concentrazione e l’assorbimento nell’Io era già lì, da sempre, spontaneo, a un livello appena un po’ subconscio per la persona cosiddetta normale.