— Sei l’Inconoscibile che conosce. In quanto Inconoscibile non sei nulla di conosciuto, da qui il distacco. In quanto conoscitore, ‘abbracci’ il conosciuto, sei UNO con ciò che appare.
— Sul fatto di essere l’Inconoscibile concordo con la precisazione che il termine ‘Inconoscibile’ non indica qualcosa che è tale perché non c’è, ma qualcosa che è tale perché non è traducibile in concetti.
Per quanto riguarda il conoscere non relativo all’illusorio, l’unica verità che si può conoscere è che la manifestazione non c’è, che è una specie di aberrazione ottica. Perciò l’essere UNO non si realizza attraverso il fondersi con molteplicità apparente, ma attraverso la sussunzione di se stessi come individualità personali e di tutta la manifestazione apparente direttamente alla Sorgente immanifesta. Cioè sei UNO con te stesso come Sé, come Brahman: ci sei solo TU senza secondo.
Questo alla mente non piace, perché potendo avere solo esperienza di relazioni duali, le suona come qualcosa di arido. Ma non abbiamo forse affetto è cura per noi stessi molto più di quanto ne abbiamo per gli altri estranei?
Quando gli altri estranei diventano noi, le cosa vanno parecchio meglio