— L’aforisma 126 di Atmananda inquadra bene quanto vivo in meditazione. Mi sento da un lato ‘autoconsapevolezza’ e dall’atro corpo/emozione/stato d’animo, che fungono da prigione, focalizzandosi soprattutto nella sensazione di chiusura dello sterno. So che devo separare l’Io Sono dalla sua prigione. Ci si può muovere al riguardo con maggiore forza o astuzia o con cosa?
—Buona domanda! Continua a ripeterti: “Sono Pura Consapevolezza e Tutto e Pura Consapevolezza”. Quando l’attenzione viene catturata dal corpo-mente, come quella che chiami ‘la chiusura dello sterno’, ricorda a te stesso: “Questo non sono io”. Fai lo stesso con tutto il non-Sé: il sentirti meschino ecc. Questa pratica non prende subito; prima si accumula nel subconscio e poi comincia a funzionare.
Un altro aspetto è il tempo di meditazione. Quando fai almeno un ora e un quarto e rimani fermo nella postura, qualsiasi essa sia, dopo un po’ non senti più il corpo. Allora l’attenzione va sulla consapevolezza ed è assai più facile ‘vedere’ che sei Consapevolezza e che tutto è Consapevolezza.
Congratulazioni!