— Mi sembra di avere fatto un salto indietro di 6 o 7 anni, di fondo sto ritrovando lo stare male di allora, anche se più attutito. Inquietudine, a volte forte, improvvisa e senza alcuna ragione. La sensazione di non essere capace a trascorrere la giornata, che le cose mi scivolino addosso senza che io riesca a starci dentro; di essere vissuta, più che vivere. Di nuovo la rabbia per come sono andate le cose…
Cerco di non bloccare niente, ma a volte me ne scordo e si innescano meccanismi difensivi che peggiorano la situazione. Non è una lamentela, è solo una descrizione, penso che ce ne vorrà a risolvere queste cose…
— Sì, è chiaro che non è una lamentela.
“La sensazione di non essere capace a trascorrere la giornata, che le cose mi scivolino addosso senza che io riesca a starci dentro; di essere vissuta, più che vivere”.
Questo è giusto. Chi trascorre la giornata (?????), chi sta dentro (è identificato) alle cose è l’ego, cioè l’inferno!!!
Il Sé è rinuncia alla mente, e rinuncia alla mente significa che non c’è più il mondo, la giornata e la vita. Mi comprendi? Per te non accadono più. Il che significa che se Sergio ha il cancro alla prostata questo non entra nel samadhi del sonno profondo vigile dove c’è solo consapevolezza immersa in se stessa, cioè il vero TU!
Stando nel Sé, se la vita ti appare, è affare di Dio; se il corpo di Sergio deve vivere o morire è affare di Dio, non dovrebbe preoccupare il sonno profondo vigile di Chi è veramente Sergio. Mi comprendi? E se devi fare qualcosa nella vita: lavoro, studio, famiglia, semplicemente servi ciò che Dio vuole che la tua forma faccia; non hai nessun problema di starci dentro perché quello a cui vorresti stare dentro è ciò che i saggi chiamano illusione!!!
Comprendi l’equivoco su cui si basa il tuo disagio? Noi facciamo tanto per insegnare a stare nel Sé e tu invece cerchi di stare in qualcosa che non esiste e che chiami vita. La Vita, quella vera, è il Sé, non le giornate. Fabrizio che ha una profonda realizzazione, quando si stabilizzò definitivamente nel Sé, disse solo questo: “Il mondo? Sia fatta la sua volontà. Mi interessa solo servire”. “Sia fatta la sua volontà” vuol dire che per lui quello che succede nel mondo gli è fondamentalmente indifferente: sia la volontà di Dio; lui sente solo la spinta a servire, così come il Divino gli richiede.
Questo ci dice una cosa: che se vuoi andare avanti è giunto il momento di mollare per sempre i tuoi averi al Divino: il tuo corpo, il tuo futuro, le tue relazioni, il tuo benessere economico, il tuo lavoro, i tuoi figli, la tua famiglia… Vorrei mediare, ma non trovo nessuna mediazione… Prendere o lasciare, liberazione o inferno. Se scegli di mollare i tuoi averi a Dio, io, Roberta, Fabrizio, Marco, Anna ecc. siamo con te!
Dal punto di vista pratico, della sadhana, quando ti vengono queste inquietudini, e rabbia ecc. e qualsiasi altra cosa, torna alla Realtà Unica e Sola, torna al Sé!!!, che ben conosci nella meditazione e nei Ritiri; torna al Sé anche se la mente e l’abitudine ti dicono che dovesti occuparti di qualcos’altro, come stare nella giornata.
Comprendi quel è il punto??? Devi resettare la tua mente!!! Nella tua mente c’è registrato che le giornate e la vita e ciò in cui devi stare, mentre stare nel Sé è solo uno sballo che va bene nei Ritiri e ogni tanto durante la settimana, giusto per alleggerire un pochino le cose. E invece nooooo!!!! Stai nel Sé! Stai nel Sé! Stai nel Sé!!!! È quella l’unica Realtà!!!
Certamente volere che le cose siano come non sono è un compito difficile, perciò capisco la tua inquietudine. So anche che non è facile resettare la mente, ma so che TU riuscirai! Sei nata per questo.