Da qualche giorno volevo scriverti e come spesso accade un tuo post o una condivisione mi danno la spinta a riconoscere e chiarire semplicemente ciò che accade.
Sono sempre più frequenti momenti di introversione profonda, lo stare ancorati al Sé ne favoriscono l’insorgenza. Il corpo cade in uno stato di inattività, il distacco è profondo, come se dormisse; ma la coscienza è vigile e attenta. A volte la coscienza sembra scivolare nel sonno, la mente produce pensieri, i sensi percepiscono stimoli, ma tutto viene riassorbito dal Sé in uno tempo e uno spazio inesistenti. Quando il corpo è attivo la percezione è di distacco; pensieri e azioni si producono, ma hanno vita propria e così come sono arrivati se ne vanno. A volte li sento estranei e dissonanti; comunque non lasciano quasi più tracce.
Non c’è un io né un mio, c’è uno svolgersi apparente sempre più sbiadito o indefinito. Il tempo sembra accorciarsi alla percezione. È mattina, e poi sera e nella mente non ho ricordi immediati di ciò che è successo: c’è solo ADESSO.
Dal cuore si manifesta un amore; è una delicata ma traboccante corrente di beatitudine assolutamente immotivata, priva di attaccamento e possesso. Impossibile da comprendere per la mente: non è di questo mondo!
“Rimanere nel Sé è un pensiero unico”, dice la mente non appena mi ‘distraggo’. Rimanere nel Sé consuma tutto il resto.
In realtà non sento di ‘distrarmi’, ma di essere qualcosa di assolutamente diverso; non occasionalmente, ma sempre e stabilmente.
Ciò che c’era di Monica, pur apparentemente presente – come corpo, mente, pensieri, affetti, lavoro… –, in realtà non esiste più, non mi appartiene più e io non appartengo ad alcunché.
Non posso fare a meno di amare. Quando l’Amore è il tuo essere e ogni cosa è Amore, ami i tuoi cari con un amore inimmaginabile, reso tale dalla libertà e dal non possesso. Il cuore non può fare a meno di amare diventando fonte inesauribile di continua immotivata commozione.
Grazie ❤
Mukti