Si tratta di mantra estratti dal Yajurveda recitati ogni giorno all’ashram di
Sri Ramana Maharshi al termine di ogni recitazione dei Veda:
L’immortalità non si ottiene con le azioni né generando figli né con la ricchezza. Alcuni ottengono questo stato con la rinuncia.
I saggi (che hanno conquistato i sensi) ottengono quel Sat che è più eccelso dei cieli e che splende da solo nel Cuore.
Gli adepti che attraverso la rinuncia e la concentrazione sono diventati puri di cuore e hanno realizzato la certezza della Verità con la conoscenza speciale proclamata dal Vedanta, al momento della dissoluzione del corpo vengono pienamente liberati dalla maya causale e accedono al Brahmaloka.
È degno d’adorazione solo ciò che splende nel loto del cuore: il microscopico Akasha privo di dolore, la minuscola sede del Supremo Immacolato nel centro (interiore) del corpo.
Solo Lui è il Signore Supremo, oltre la Parola Primordiale che è il principio e la fine del Veda e in cui si fonde la Causa creativa.
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Sri Bhagavan spiega il significato di Brahmaloka:
“Brahmaloka può essere interpretato soggettivamente e oggettivamente.
“Il secondo significato [oggettivo] richiede fede negli shastra che descrivono tali loka. [I Loka sono sfere, spazi, dove i jiva, le anime individuate, vanno dopo la morte, e da lì prendono una nuova rinascita con le caratteristiche corrispondenti a quel loka. Quelle che vanno nel Brahmaloka non rinascono. il Brahmaloka non si può ottenere finché nella persona rimangono desideri. Soltanto lo stato privo di desideri permetterà di accedere al Brahmaloka. Assenza di desideri significa mancanza di stimoli per la rinascita].
“Il primo significato [soggettivo] si basa invece sulla PURA ESPERIENZA e non richiede alcuna autorità esterna. [In questo caso] Brahmaloka ha il significato di Brahma jnana (conoscenza di Brahman) o conoscenza del Sé”.