né cosciente né incosciente

Marco: — Quando medito da solo sono pura inattività. Conoscere è ancora una sottilissima attività.
Sta diventando sempre più reale la comprensione che l’incoscienza non esiste, ed è molto bello.
La tendenza verso l’incoscienza è chiusura al dolore.
Credo sia questo il senso del termine ‘sovracoscieza’ o ‘coscienza transpersonale’.
Quando Nisargadatta parla di ‘rima della coscienza’ non si riferisce all’incoscienza (vi sarebbe contraddizione con Ramana) ma all’essere sovracosciente.

Fabrizio: — Non sei né cosciente né incosciente… Quando la capacità di conoscere torna, tu puoi dire: “C’ero anche prima!”.