“Quando ci si realizzato, una corrente universale si impossessa del realizzato, e da qui in poi lo usa. La sua volontà separata se n’è andata. Egli diviene uno strumento nelle mani di questa corrente. Questa è il vero abbandono al Sé. Questa è la kundalini più elevata, il vero bhakti, questo è jnana”.
Sri Ramana Maharshi “Immortalità Cosciente”
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È esattamente quello che sperimento io, anche se la mia realizzazione non è completa e ancora compare talvolta il senso dell’io individuale e di essere l’agente.
Mi sono trovato, con stupore, ad essere coordinato di un movimento più grande di me, che non potevo in alcun modo produrre con le mie poche capacità. Sono venuti a me allievi che spesso erano più avanzati di me, solo che io sono più vecchio e ho studiato e compreso molto sulla Via. Così tutto quello che ho fatto è riconoscere il loro reale livello evolutivo, e loro si sono riconosciuti, e la saggezza del loro livello è emersa in qualche caso in solo un mese e mezzo, luminosa.
Mi è arrivata l’ispirazione di un Ritiro intensivo di Autoindagine sviluppato (con alcune modifiche) sul format dell’Intensivo di Illuminazione. Ed ecco che rincontro Renato Cadeddu, Maestro di Intensivi di Illuminazione, che mi dice che da tempo lui e il suo gruppo si chiedevano “Quando ci sbarazziamo dell’esperienza diretta come scopo dell’Intensivo?”. Tra me e Renato c’è sempre stata grande stima e amore, ma io non lo vedevo da 20 anni, e allora lui non guidava nemmeno Intensivi di Illuminazione. Con lui, a quest’ultimo Ritiro, ho incontrato una completa concordanza di vedute: sulla tecnica, sull’approccio all’insegnamento, nel modo di fare e di essere: essenziale, privo di atteggiamenti e di ego, sulla via in generale. Io e lui comunichiamo come 2 fratelli, con amore e gentilezza, e non c’è cosa che non ci prossima comunicare. Spesso al Ritiro ho chiesto il suo parere per cambiare regole e orario, e ci siamo sempre trovati d’accorso.
Questo mi ha permesso di ritirarmi dal condurre in prima persona Ritiri, cosa che ho già fatto per più di 10 anni. Oh certo, vi parteciperò con tutto il mio Sé, ma come adesso sono io!!!
Questi Ritiri possono essere condotti da maestri che sono nella fase della famiglia (lavoro, partner, figli). La loro realtà li porta a tenere parte della loro attenzione alla vita. Io sono in un’altra fase, quella che il sanatana dharma chiama della rinuncia, che ovviamente in me è spontanea.
Mettetevi nei miei panni. Ho 64 anni, ho una pensione, vivo da solo in un posto sperduto e non sono obbligato a mettere il naso fuori di casa. Dove va, secondo voi, la mia attenzione? A postare articoli? A organizzare Ritiri? A fare discorsi?
Sono assorbito dal non-nato, dal wordless (lo stato senza parole, concetti), completamente disinteressato al mondo e al mio corpo, almeno quasi sempre. È questo adesso il mio modo naturale di comunicare con gli altri, di essere loro; e grazie a Renato e agli altri maestri che si stanno preparando a guidare Ritiri intensivi di Autoindagine: Marco, Antonella, Gea, e chissà?, forse anche Fabri, posso partecipare ai Ritiri nel silenzio, comunicare il silenzio col silenzio.
Ma quello che volevo dire adesso, e che mi è stato ispirato dal passo di Sri Bhagavan, è che questa realizzazione è un continuo, spontaneo, ininterrotto, desiderato, struggente, sempre più profondo abbandono al Guru, al Sé, al Divino, che sono la stessa cosa. Questa è la Suprema Bhakti del SÉ per il Sé. Devozione assoluta!
sc