Allieva: Quando pongo le domande di autoindagine la mente non cerca più di rispondere e si aprono molte immagini, molto flusso di pensiero, ma non vado oltre questo. L’attenzione rimane in superficie sebbene la mia intenzione iniziale sia di andare a fondo.
Probabilmente il desiderio, più che altro la brama di andare lì, è ciò che ostacola veramente. Questo non lo comprendo…
Anna Gagliano:
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“Quando pongo le domande la mente non cerca più di rispondere e si aprono molte immagini, molto flusso di pensiero, ma non vado oltre questo”.
Bene, indaga: dove sei tu rispetto a questi oggetti?
Quando rivolgi l’attenzione verso l’interno la mente può essere quieta o agitata, il fatto che vi siano pochi o molti pensieri di per sé non è rilevante.
Lo schermo è forse toccato dalle immagini che si susseguono in esso?
Se percepisci coinvolgimento, senza provare a cambiare ciò che è, prendi nota e torna a cercare il soggetto percipiente, chiedendo: chi sono io?
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“Non vado oltre questo. L’attenzione rimane in superficie sebbene la mia intenzione iniziale sia di andare a fondo”.
Chi dice: l’attenzione rimane in superficie?
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“Probabile che il desiderio, più che altro la brama di andare lì, è ciò che ostacola veramente”.
Dove va tua volontà, lì va la tua attenzione. Senza di essa non vi sarebbe la spinta alla pratica.
Cos’è per te questo lì?
Spesso l’ostacolo è un’idea di questo ‘lì’, un immagine di come dovrebbe essere. Non c’è alcun ‘lì’ in cui andare.