Adi Shankara, Upadesha Sahasri, versetto 2.1:
“Il Sé non può essere negato poiché è ciò che rimane quando si esclude tutto il resto attraverso la pratica della negazione neti-neti, ‘non sono questo, non sono questo’ (rivolta al non-Sé). Attraverso la pratica dell’affermazione iti-iti, ‘Io sono Questo, Io sono Questo’ (rivolta al Sé), il ricercatore realizza se stesso (cioè realizza l’unità col Sé)”.
Soham – Nell’autoindagine secondo l’insegnamento di Sri Ramana Maharshi, viene praticata l’auto-interrogazione “Chi sono io?”.
Supponiamo che vi identificate con un sentimento di rabbia. Praticando l’auto-interrogazione vi chiederete “Chi sta sperimentando questo sentimento di rabbia?”, la risposta ovviamente sarà “Io”, e allora vi chiederete “Chi sono io?”. La prima domanda vi distacca dall’identificazione con l’oggetto percepito, nel nostro caso la rabbia, la seconda vi riporta al vero Sé. Questa doppia interrogazione gradualmente conduce alla conoscenza nel Sé, fino allo stato più puro del Brahman nirguna, lo stato del sonno profondo consapevole senza sogni.
Quando il Vero Io è divenuto chiaro, l’attenzione deve rimanere sempre su Quello; ciò viene chiamato ‘Dimorare nel Sé’. L’Io in cui dimorate è la Verità, tutto il resto è l’illusione.
Quando vi sarà naturale rimanere nel ‘Vero Io’ e il ‘Vero Io’ rimane stabilmente la vostra Vera Identità, siete realizzati.
[Vedi: Sri Ramana Maharshi, “Chi Sono Io?” (Nan Yar?)].