Dal punto di vista assoluto, quello che incontro è sempre Dio.
Dal punto di vista del gioco karmico, quello che incontro è come io sono stato nel passato, quando credevo di essere un individuo.
Il primo caso mi conduce al Supremo. Il secondo ad essere benevolo e tollerante verso il relativo. In entrambi i casi sono Uno con tutto.
Queste comprensioni non diventano capisaldi intellettuali, servono a dissolvere il sogno della dualità. Una volta realizzati non si ricordano più (a meno che non si insegni), e tutto scorre naturalmente.
Questo mi dà l’opportunità di presentare l’eloquente testimonianza di una jnanini, nonna di tre nipotini, che pure ha una vita impegnativa e non priva di asperità oggettive.
Shivananda (Rita): — Amato buongiorno. Niente si oppone più a niente, c’è accettazione di tutto, anche dei propri limiti.
Niente che cerchi di catturare qualcosa, ma un fluire libero.
Se non c’è cacciagione non c’è neppure un cacciatore.
Con infinito amore e gratitudine immensa ❤️🙏