Annapurna (Anna Giuriatti): — Che meraviglia non aver nulla da dire, che liberazione.
Esserne consapevoli poi… beh, una vera danza per l’anima. Forse la stanchezza, quella vera, è la strada per questo? Può essere…
Sergio: — Io ero uno a cui piaceva molto condividere della propria vita. Dopo la dolorosa esperienza del sangha e l’aver visto che fare il maestro amicone porta al fallimento – come quei genitori postsessantottini che, invece di essere padre e madre dei loro figli, hanno tentato di fare i loro amici con risaltati disastrosi –, ho smesso di avere cose di Sergio da raccontare. La cosa interessante è che questo risultato non è venuto da una autolimitazione imposta da dolorose condizioni esterne, ma da una più profonda relativizzazione della vita che a volte è assai bizzarra – pensate a un campo di concentramento… In questo senso, Annapurna, la stanchezza come tu rilevi è sicuramente buona consigliera!! Tutti questi movimenti, inclusi i nostri corpi, tra un po’ non ci saranno più; perché dunque darsi pena di cose già perse in partenza? Io sono e mi sento il Sé, e posto molto sul Sé per celebrarlo e ispirare chi voglia realizzarlo. Questo è il mio modo di amare.