— Quando sei in una crisi di purificazione, se non riesci a ‘Inviare Amore a Dio’, per riabilitare l’Amore riparti dagli esseri umani, cioè ‘Invia Amore agli Esseri Umani’.
Per riabilitare il flusso non immaginare persone specifiche, immaginare gli esseri, più o meno consapevoli, spogli della mente e del corpo in cui sono incarnati; essi sono dunque neutri, e questo ti renderà più facile inviare loro l’amore. Invia così amore a tutti gli esseri umani.
Praticando in questo modo porterà a una pacificazione. È come se tu dicessi: io non sono ostile, vi amo e vi benedico tutti. Grande Pace! Siccome quello che stai facendo appartiene allo stato naturale, sentirai anche che non devi far niente, né necessiti di niente. Dichiari la tua non-belligeranza e la tua benevolenza a tutti gli esseri, e ti ritroverai in una Pace imperturbabile.
— Grazie delle risposte, di questa e della precedente, che ho letto insieme.
Quando mi hai detto di prestare attenzione a come si faceva ad amare ciò che mi ferisce, ero arrivato a comprendere che se continuavo a vedere l’altro in quanto persona e non l’Io Sono in lui, era inevitabile ricadere nel dolore. Le tue risposte hanno sottolineato e ampliato questa idea.
In effetti – e grazie del tuo tempismo – hai anche capito che con la meditazione “inviare Amore a Dio” non sono riuscito a procedere efficacemente, pur praticando con costanza, e indubbiamente tornerò, secondo i tuoi consigli, ad inviare amore agli esseri umani.
Devo dirti però che, al di là del fatto che procederò come dici, mi manca molto il grado di concentrazione e di conseguenza di sottile gioia che alle volte sviluppavo con la consapevolezza consapevole della consapevolezza, e mi piacerebbe magari intramezzare questa pratica con quanto mi indichi di fare.
In caso di risposta negativa, continuo comunque con quanto mi dici di fare.
— Non amo che tu continua ad insistere di cambiare sadhana ad ogni momento, e ti confesso di essere infastidito da queste tue continue richieste. Da quando ti ho conosciuto, avendo avuto un periodo in cui ci siamo sentiti quasi tutti i giorni, mi è toccato rilevare che ogni giorno mi proponevi variazioni alla pratica, e ancora persisti. Se continui in tal modo smetterò di risponderti.
Il principio è: “Non cambiare mai la pratica che ti ha portato alla crisi. Ciò che ti ha portato in crisi ti porterà fuori dalla crisi, perciò non interrompere quella pratica”.
Prima di cambiare pratica bisogna non essere in crisi, quindi andare attraverso una profonda riflessione. Se si ha un maestro è doveroso consultarsi con lui.
Detto questo la pratica della consapevolezza che osserva la consapevolezza è la stesso cosa di quel che stai facendo, perciò se hai voglia di farla per 15 minuti non fai peccato, lo stesso vale se hai voglia di farla per un giorno intero; poi però TORNA SUBITO ALLA TUA PRATICA!
Sul vantaggio di lavorare da subito con l’amore anziché praticare solo l’autoindagine ho scritto molti post; valli a rileggere se ti è necessario. L’argomentazione che di sentivi un po’ meglio è piuttosto insipiente. Se sniffi una striscia di coca è probabile che tu ti senta ancora meglio; dovrebbe essere quella la tua sadhana?
Se continuerai a investirmi ancora di questa tua debolezza mi ritirerò da te. Per me vorrà dire che devi ancora seguire la tua mente come maestro.