Sono direttamente correlati, eppure è un aspetto che viene quasi sempre omesso dai testi spirituali. Lo cito per mostrarvi come l’evoluzione spirituale non sia qualcosa di esclusivo appannaggio della mistica e della fantasia – come invece sostengono i detrattori della pratica spirituale – ma è affatto scientifico e può essere studiato dal punto di vista fisiologico. Swami Satyananda Saraswati, che oltre ad essere uno sommo yogi illuminato era anche un neurochirurgo, ha scritto molto a tal proposito.
Ora io vorrei succintamente parlarvi delle onde cerebrali.
Il mondo materiale così come lo conosciamo, e che quasi tutti ritengono sia ‘indiscutibilmente reale’, non è niente di più che la percezione che rileviamo quando il nostro cervello funziona ad onde Beta, che sono lo stato di veglia. Questo stato include la percezione del nostro corpo e la percezione di tempo e spazio. Le onde Beta vanno da 40 a 14 onde cerebrali al secondo (Hz); in media sono intorno ai 22 Hz, ma quando siamo arrabbiati possiamo anche andare oltre i 30 Hz.
Sotto i 14 hz non vi è più la percezione di tempo, spazio e del corpo, anche se in sogno può apparire un corpo, un tempo e uno spazio diversi.
Per la maggior parte delle persone gli stati, e i corrispettivi mondi, al di sotto delle 14 Hz sono inconsci e si sviluppano soltanto nel sonno. Invece l’aspirante spirituale ‘deve’ abituarsi a permanere in questi stati, rimanendo cosciente anche senza dormire, altrimenti resterà prigioniero del mondo materiale.
Andando più in profondità, al di sotto delle onde Beta troviamo:
• Le onde Alpha, da 14 a 7 Hz. Sono quelle che le persone ordinarie conoscono come pre-sonno.
• Le onde Theta, da 7 a 4 Hz. Qui abbiamo l’anestesia chirurgica spontanea, e nel sonno si alternano le fasi REM (Rapid Eyes Movement = rapido movimento degli occhi) e le fasi non REM (NREM).
• In ultimo le onde Delta, da 4 a 0 Hz. Sono quelle del sonno profondo. Qui non solo non c’è più tempo né spazio né percezione del corpo, in più non vi sono oggetti e non c’è più dualità.
Chi è nel nirvikalpa samadhi è necessariamente in onde Delta, anche se non dorme. Sri Ramana Maharshi era in questo stato in una grotta di Arunachala. Insensibile al mondo, aveva la pelle tutta morsa dagli insetti. Uno Swami lo prese e lo lavò e lo accudì senza che Bhagavan uscisse dal nirvikalpa. “Non sapevo se fosse giorno o notte.” racconta Bhagavan, “Quando riaprivo gli occhi, qualcuno mi passava un bicchiere di latte, io lo bevevo e tanto bastava per nutrire il corpo; poi ritornavo a immergermi nel Sé. Non dormivo mai. Quando la mente è ferma non si ha bisogno di mangiare. E quando non si mangia non si ha bisogno di dormire”.
Gli Intensivi di Illuminazione, pur rendendo relativamente facile l’ottenimento di un’agognata un’esperienza diretta, non sono l’ideale per insegnare agli allievi ad andare al di sotto delle onde beta, perché dopo pochi minuti di meditazione, vi è la comunicazione di ciò che è emerso, il che li riporta in onde Beta. La comunicazione porta a una rapida pulizia mentale che facilita l’esperienza diretta, però non è obbligatorio, e questo gioca il suo ruolo negli Intensivi lunghi e per gli aspiranti avanzati. Infatti, negli Intensivi di Illuminazione lunghi (di 7, 14, 21 giorni), dopo il 4° giorno i partecipanti cominciano andare nei territori al di sotto delle onde Beta. Si nota allora abbandono, rilassamento, il rallentamento dei processi fisici, meno comunicazione, una maggiore profondità spirituale e una sempre maggiore assenza di volontà. Qualcuno meditando va giù dalla sedia semplicemente perché si è distaccato dal corpo, anche se può continuare a percepirlo; e lì l’assistente abile è prono a portare materassini, coperte e cuscini per rendere la caduta – che non inibisce – confortevole…
Tuttavia, una volta che l’aspirante ha aperto la porta agli stati più profondi di coscienza (alpha, theta e delta) gli è sufficiente il tempo di calar giù le palpebre per sganciare le onde beta e immergersi in profondità senza perdere la coscienza.
In un recente Ritiro c’era una aspirante che ha questa facoltà, anche se allora non se ne rendeva ben conto. Ricordo che quando suonò il gong che le dava i suoi 4,37 minuti di meditazione, andò subito in profondità e non si mosse da lì. Quando risuonò il gong, aprì gli occhi, mi guardò e chiese “Mi sono addormentata? Ho perso il senso del tempo”… Doveva essere in Theta profondo.
Anche in Alpha e in Theta c’è dualità: vi sono mondi di sogno, un corpo di sogno e un ego. Perciò quelli che praticano solo per i viaggi strali non necessariamente hanno un progresso spirituale diretto – dico ‘diretto’ perché in senso lato non esiste qualcosa che non sia spirituale. Il praticante deve abituarsi a transitare consapevolmente anche negli stati Apha, Theta e Delta sempre perseguendo la non-dualità, l’amore, e la fusione con la Fonte. Questa facoltà si raggiunge dopo molte ore di meditazione.