parecchia confusione

Caro Sergio, la meditazione sul Sé non è la mia pratica principale perché sono maggiormente incline allo Yoga Naturale, rimane comunque una sadhana di grande riferimento per me.

Sto attualmente frequentando un corso di Astrologia Vedica con un maestro americano. Mi viene richiesto di energizzare dei mantra per i pianeti e in seguito anche di altre divinità, in modo da trasferirli carichi spiritualmente ai clienti che richiedono il rafforzamento di qualche particolare elemento. Sono minimo 40 giorni di pratica di fila per ognuno.

Qui nasce il mio conflitto interiore; mi sembra che quel tempo sia in un certo senso sprecato perché:

  1. mi sto concentrando su elementi esterni, particolari e dualistici e non sulla Coscienza Universale, quando la mia tendenza acquisita invece è sempre quella di andare lì;
  2. ho il presupposto che con pratiche come lo Yoga naturale o la stessa meditazione si possa acquisire con il tempo un certo grado di potere spirituale capace di dare potere ai mantra di per sé, senza averli energizzati con una pratica ad hoc.

L’unica soluzione che mi viene in mente per ora è prendere la recitazione dei mantra semplicemente come un lavoro tanto quanto il resto dello studio, ma ti confesso che non mi piace molto… Nel momento in cui lavoro con queste energie sottili concentrando tutta l’attenzione mi sembra di fare un torto alla mia vera pratica. Ne ho parlato con il mio maestro di Astrologia. Mi ha spiegato la sua visione ma vorrei anche il tuo parere.

— Parecchia confusione. Dici che ti interessi di advaita vedanta, ma non hai letto niente, perché se avessi letto testi di advaita vedanta ti renderesti immediatamente conto delle vistose contraddizione presenti nel tuo discorsi. Come fai a diventare ingegnere se non studi ingegneria? Lo stesso vale per la spiritualità.

All’interno dell’advaita vedanta vi sono tre metodi di base (più varianti dei tre). Uno è quello di Ramana Maharshi che si basa sul samadhi; l’altro è quello di Siddharameshwar e dei suoi allievi Nisargadatta e Ranjit, che si basa sul testimone; il terzo è quello del ragionamento superiore attraverso il quale giungere alla comprensivo che l’universo manifesto è un’illusione.

Per il metodo di Ramana ti consiglio di leggere il Vivekachudamani di Adi Shankara

Per il metodo di Siddharameshwar ti consiglio di leggere ‘Amrut Laya. Lo Stato Senza Stato’. È in inglese.

Se non conosci l’inglese prendi l’intero testo inglese in html qui e traducilo con Google Translator. È un inglese semplice e lineare, perciò la traduzione automatica risulta buona.

Per il ragionamento superiore ti consiglio di leggere i due volumetti di Greg Goode “La Via Diretta”.

Io ho trovato più affine a me il metodo di Sri Ramana Maharshi.

Quando avrai studiato il Vivekachudamani sarò disponibile a rispondere alle tue domande, ma probabilmente non saranno più necessarie.