passi verso il samadhi

— Oggi, riascoltando l’audiolibro di Robert Adams, sono accaduti dei momenti di cuore aperto, e fiducia, fede, gioia e molta risonanza con le sue parole, è tanto sollievo! Senza una pratica quasi costante c’è tendenza a identificarsi con la tristezza e la solitudine.

— Sì, vedi molto bene! Bisogna intensificare il nutrimento di verità per disseccare l’identificazione con tutte le memorie negative che ci riconducono alla persona, al falso sé. Ci vuole una pratica quasi costante.

Ti invio uno scritto sul samadhi. Che ti possa ispirare

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L’Atman È Il Samadhi!

Sì contempla l’Atman (il Sé) cercando il samadhi. Bisogna capire che l’Atman è il samadhi stesso! Il samadhi è la natura dell’Atman, e l’Atman è Chi veramente siete: è la vostra vera natura.

La natura dell’Atman è che esiste senza dover esistere, né ha bisogno di far niente. È il corpo che ha bisogno di fare molte cose per sopravvivere. L’Atman non ha bisogno di sopravvivere, è immortale.

Perciò la natura dell’Atman è che non c’è niente (oggetti, significati, spinte varie, mete, divenire), ed è totale non-azione. Tutto il contrario della mente.

Quando nasciamo in un corpo, ci viene insegnato che siamo qualcuno, ci viene dato un nome con cui identificarci e ci addestrano a discriminare per sopravvivere. È giusto imparare a discriminare per sopravvivere nella vita fenomenica; ma nessuno ci insegna a conoscere Chi siamo: nessuno ci insegna a conoscere l’Atman!

Tutte quelle informazioni, significati e direzioni sbagliate, con in più le spinte del corpo fisico e quelle del corpo sottile ereditate dalle vite precedenti, creano la mente.

La mente si rovescia sull’Atman e vi impedisce di vederlo, come quando non si vede il fondo se la superficie dell’acqua è agitata. Così voi finite per credere d’essere un’identità individuale – che è nata e che morrà – legata a un corpo fisico e a una personalità. Magari affermate di credere che vi sia un’anima, ma non sapete cos’è.

Quando attraverso la pratica meditativa la mente si calma, finalmente riuscite a vedere l’Atman; ma lo vedete ancora dall’esterno. Allora potete chiedervi: “Quali barriere ci sono ancora che mi impediscono di entrare nell’Atman?”. Il momento in cui vale la pena farlo è quando si sono quietate le spinte della vostra mente – per dire: non correte a vedervi una tribuna politica subito dopo la meditazione… Come conseguenza della vostra domanda, appariranno delle risposte alla coscienza; e man mano che appaiono si spostano e si dissolvono, del tutto o in parte… A un certo punto scivolate nell’Atman: SIETE L’ATMAN! E non appena siete l’Atman vi ritrovate nel Samadhi, perché l’Atman è Tutto! Inutile dire che qui, se volete stabilirvi nell’Atman, dovete meditare il più possibile.

Quando la mente è stata ulteriormente purificata, come rivolgere l’attenzione all’Atman essa immediatamente si acquieta immediatamente. Lì avviene il miracolo del il Silenzio di Shiva! È così struggente! È il canto del Sé, la melodia stesso della Liberazione. Significa: Oltre Tutto!, Oltre la ragnatela dei concetti che vi hanno imprigionato per vite. Significa: Libertà Assoluta, Vita Eterna, Assenza Totale di Condizionamenti. Da quel Silenzio, senza nemmeno accorgervene, scivolate nel samadhi.

Giunti qui si può aspirare al samadhi ininterrotto. Potete accedervi solo se vi abbandonate TOTALMENTE all’Atman. Vi sono di due tipi di samadhi ininterrotti: nel primo sono ancora presenti delle vasana che però non hanno la forza di portare il quasi-jnani fuori dal Sé; nel secondo non vi sono più vasana. È la Liberazione definitiva. Ne parlerò.