Ramana Maharshi, discorso 594
D. – “Come si può pregare Dio per il bene dell’umanità?”. Questa domanda sembrava comune fra i pensatori occidentali.
M. – Si prega Dio e si termina dicendo: “Sia fatta la Tua volontà!”. Se dev’essere fatta la Sua volontà, perché pregare? Invero la Volontà Divina trionfa sempre e in tutti i casi. Gli individui non possono agire di propria volontà. Riconoscete la forza della Volontà Divina e rimanete tranquilla. Dio si prende cura di ciascuno. Egli ha creato tutti. Siete una tra miliardi. Se si prende cura di così tante persone, trascurerà voi? Anche il buon senso dice che bisogna abbandonarsi alla Sua volontà.
Non c’è bisogno di farGli sapere le vostre necessità. Egli le conosce benissimo e se ne prenderà cura.
Perché pregate? Perché siete debole e desiderate che il Potere Supremo vi aiuti. Bene, forse il vostro Creatore e Protettore non conosce le vostre debolezze? C’è bisogno di esporre le vostre debolezze perché Lui le conosca?.
D. – Ma Dio aiuta quelli che si aiutano.
M. – Certamente. Aiutatevi e anche questo sarà secondo la volontà di Dio. Qualunque azione è indotta da Lui soltanto.
Per quanto riguarda la preghiera per gli altri, all’apparenza sembra molto altruistica, ma analizzate il sentimento che c’è sotto e scoprirete dell’egoismo anche lì. Desiderate la felicità degli altri affinché voi stessa possiate essere felice, oppure volete il merito d’avere intercesso in favore degli altri. Dio non ha bisogno di intermediari. Fatevi gli affari vostri e tutto andrà bene.
D. – Dio non opera la Sua volontà attraverso alcune persone scelte?
M. – Dio è in tutti e opera attraverso tutti, ma la Sua presenza si riconosce meglio nelle menti purificate. I puri riflettono le azioni di Dio in maniera più chiara che le menti impure. Per questo la gente dice che sono i prescelti, ma il ‘prescelto’ non lo dice. Se pensasse di essere un intermediario sarebbe chiaro che mantiene ancora l’individualità e che non vi è un abbandono totale.
D. – I bramini non sono considerati dei sacerdoti o intermediari tra Dio e gli altri?
M. – Sì, ma chi è un bramino? Il bramino è chi ha realizzato il Brahman. Chi lo ha fatto non ha il senso di individualità. Non può pensare di agire come intermediario.
Riguardo alla preghiera, il realizzato non vede gli altri come differenti da sé. Come e chi dovrebbe pregare, e per cosa? La sua stessa presenza è il compimento della felicità di tutti. Pregate per gli altri fino a quando pensate che esistano altri differenti da voi; ma il senso di separazione è ignoranza. Questa ignoranza è la causa del sentimento d’impotenza. Sapete d’essere debole e impotente. Come potreste dunque aiutare gli altri? Direte: “Con la preghiera a Dio”, ma Dio conosce le Sue cose e non ha bisogno della vostra intercessione per gli altri.
Aiutate voi stessa a diventare forte. Ciò si ottiene con il totale abbandono, che significa donarsi a Lui. Dopo l’abbandono non potrete mantenere la vostra individualità e allora farete veramente la Sua Volontà. Il Silenzio è dunque il più alto di tutti i conseguimenti.
Il Silenzio è l’oceano in cui confluiscono i fiumi di tutte le religioni. Così dice Thayumanavar, e aggiunge che la religione vedica è l’unica ad unire filosofia e religione.
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COMMENTO DI SERGIO
In tutti i 653 discorsi, qui c’è la risposta più drastica che Sri Bhagavan dà sulla preghiera. Se mi concedete di condividere con voi la mia interpretazione, per quel che può valere, io credo che Bhagavan volesse scuotere la fissità degli occidentali sulla preghiera a beneficio degli altri per mostrare loro la Preghiera Suprema: il dimorare in Dio, nel Sé, che è Abbandono Assoluto!
Consiglio a coloro che dispongono di una versione digitale in inglese dei Discorsi, di attivare una ricerca sull’Abbandono inserendo nella funzione ‘Cerca’ la parola ‘surrender’ che in inglese significa abbandono. Vedrete quanta somma importanza ed enfasi che Sri Ramana vi pone. Abbandono totale e Realizzazione sono la stessa cosa!
Per quanto riguarda il pregare Dio a favore degli altri e per superare i propri limiti, in altri discorsi Sri Bhagavan dice che per ottenere la Liberazione bisogna adorare il Divino e pregarlo.
La preghiera è a tutti gli effetti una meditazione. Come insegnante l’ho spesso suggerita e io stessa l’ho praticata. Anche se si svolge nell’ambito della dualità e contiene ancora tracce di ego, va verso il superamento dei due. Pensate ad un aspirante tutto concentrato su sé stesso e sui propri problemi e che difetti di amore. Pregare per gli altri lo aiuterà a sviluppare la compassione e ad uscire dall’isolamento narcisistico, che non è solo pensare “quanto sono bello”, secondo il mito di Narciso, ma anche essere fissati su “quanto sono disgraziato”. Pregare a favore di sé stesso lo aiuterà a sviluppare la fede in Dio.
Rimanere come pura Coscienza rinunciando all’individualità (o ego) è l’Abbandono Totale, è la Somma Preghiera. Se un’azione (anche sottile) a favore degli altri ci dev’essere, sarà allora il Divino a compierla.