— Mi dispiace per il tuo stress. Mi fa però piacere che tu non viva in Siria, o che non tu sia su un gommone cercando di raggiungere le coste italiane in fuga da una guerra.
Come sai ognuno ha la sua croce. ‘La vita è sofferenza’ ha insegnato il Buddha. E il piacere impermanente, che pure sperimentiamo nella vita e a cui ci attacchiamo, non fa altro che esaltare la sofferenza quando il piacere non c’è, o quando c’è decisamente dolore. A volte la vita si fa particolarmente dura… Passerà, come tutto nella vita.
L’insegnamento di tutto questo è di imparare a non badare a ciò che ci capita all’esterno, non fare affidamento su quello: relazioni che saltano, salute che viene meno, problemi economici, superlavoro, stress… Dobbiamo imparare la pace sotto le bombe, come dice Thich Nhat Hanh, a prendere rifugio nel Sé e non mollare ‘mai’ la presa.
Diamo troppa importanza alla vita. Veniamo educati a pensare che i nostri obbiettivi principali sono avere successo nella vita, e così ci siamo stretti il cappio intorno al collo. La vita (almeno quella egoistica) si conclude con l’insuccesso, cioè la morte!
Il vero successo nella vita è uno solo: riconoscere che è un’illusione, riconoscere per esperienza diretta che l’unica Realtà è il Sé e realizzarLo stabilmente.
Ti stimo e ti voglio molto bene.