— Quali segni ci dicono che l’Abbandono alla Vera Natura si sta realizzando?
— Rilassamento, ti senti nelle mani del Potere Superiore, smetti di forzare, si smorza e poi si perde l’io-agente, è tutto indistintamente perfetto quindi non hai niente da temere, cade l’importanza del tempo, comunione con tutto, silenzio interiore, sonno desto, samadhi…
L’Abbandono è un processo di maturazione che per alcuni è semplice, per altri richiede molto tempo. Comunque, quale che sia il percorso spirituale che hai praticato per purificare la mente, sappi che infine l’Abbandono è l’unica via per la realizzazione, perché Abbandono e Realizzazione sono la stessa cosa.
Devi giungere a vedere che tutto è il Sé, indistintamente. Smetti di mettere a fuco l’apparenza fenomenica, e invece metti in evidenza Dio, considerando che ogni fenomeno sia Dio travestito.
Allora i fenomeni del mondo, incluso la tua stessa persona, cominciano a sbiadire in quanto tali e tu diverrai sempre più stabile nel vedere sempre e comunque Dio. Ciò darà luogo a quel processo di introversione-assorbimento che si chiama sonno desto: sei un po’ addormentato verso le forme mutevoli ma sei interiormente desto nell’abbandono a Dio che vedi dietro ogni apparenza fenomenica e oltre il fenomenico.
Gli aspiranti sulla via di jnana iniziano rivolgendo l’Abbandono alla Vera Natura Trascendente per poi rivolgerlo a tutto, perché la Vera Natura Trascendente è Tutto! I bhakta compiono il percorso esattamente inverso; iniziano con l’aprirsi sempre più all’amore che è in tutto per poi scoprire la Vera Natura di Tutto e sussumere in Essa ogni fenomeno relativo.
Finché non si giunge a vedere che non c’è niente che non sia il Divino, l’Abbandono è incompleto: traballerà non appena un’apparenza sembrerà scontrarsi con la tua persona. Devi allenarti a contemplare che Tutto è Dio. Puoi usare l’autoistruzione “Renditi conto che Tutto è Dio” e continua così finché non realizzi che quella è la verità.
Quando vedi soltanto Dio, la mente non ha a cosa pensare se non alla bellezza di Dio. Si sviluppa la Beatitudine e tu ti stabilisci, nello stato del kevala nirvikalpa samadhi, nel Sé come affittuario. Quando il kevala nirvikalpa si perfezionerà nel sahaja samadhi, il Sé sarà casa tua per sempre.
Ti suggerisco il discorso 144 di Sri Ramana Maharshi.
* * *
Dal Discorso 144:
– Qual è la causa dell’origine di maya?
M. – Che cos’è maya?
D. – Maya è la falsa conoscenza, l’illusione.
M. – Di chi è l’illusione? Per essere illuso ci dev’essere qualcuno. L’illusione è l’ignoranza. Voi pensate che il Sé ignorante vede gli oggetti, ma come può esistere maya quando gli oggetti non sono presenti? Maya è ‘ya’ ‘ma’: ciò che NON È. Quel che resta è il vero Sé.
Se asserite di vedere gli oggetti o di non conoscere l’Unità Reale, allora bisogna concludere che vi sono due sé, quello che conosce e l’oggetto che viene conosciuto. Nessuno però sente che in lui vi siano due sé. L’uomo sveglio dice che era lui che dormiva, benché incosciente. Non dice che chi dormiva era qualcuno differente da sé. Esiste solo un Sé, che è sempre cosciente e immutabile. Esiste soltanto il Sé.