— La mente e l’identità col mondo sono così radicate che sembrano inespugnabili.
— I giochi finiscono quando capisci – e soprattutto ACCETTI!!! – che sei tutto.
Tutto non vuol dire ‘molte cose’, vuol dire che c’è solo il Sé; quella è la non-dualità.
Allora ti distacchi dalla mente, e non ti dà più fastidio se è agitata o calma, se vi sono desideri o no. Tutti questi sono movimenti che nascono e muoiono al tuo interno senza mutarti.
La consapevolezza del Sé rimane inalterata.
La chiamano ‘presenza’ all’interno di ogni singolo momento.
E che cos’è questa presenta se non continua autoconsapevolezza.
La chiamano continuo ‘qui e ora’, e i new age pensano che uno debba tenere la mente istericamente attenta a tutte le stupidaggini che si presentano alla coscienza istante per istante…
La realizzazione sarebbe veramente assai poco desiderabile fosse una cavolata del genere. Il vero qui e ora è ‘niente spazio niente tempo’
Maturando in questa direzione tutto diventa indifferenziato – anche se la forma del realizzato continua funzionare nel sogno della dualità. E dato che tutto è indifferenziato, a cosa si dovrebbe pensare???
Non c’è più movimento della coscienza e allora compare il mouna samadhi, il samadhi del silenzio, il più elevato.