Sri Ramana Maharshi insegna che la Realtà ultima è Turiya. Turiya è il fondersi (samadhi) dell’osservatore nel Soggetto ultimo: l’Io nell’Io, l’Essere nell’Essere, la Coscienza nella Coscienza.
Trattandosi di aspiranti avanzati, lo scopo di questi Ritiri non è scoprire lo stato naturale ma è renderlo continuo. L’abbandono è predominante, non vi sono diadi, ed è l’orario ad adattarsi ai partecipanti e non viceversa.
Le ore di meditazione giornaliera in sala sono soltanto 6 e vi è tanto tempo libero. Ciò proprio perché i partecipanti si abituino a mantenere lo stato naturale anche mentre il loro corpo è attivo: mangiando, passeggiando, riposando ecc.
Quando l’attenzione si fonde nell’io, l’io personale svanisce, e con l’io personale svanisce anche il mondo. Resta soltanto Turiya che è un samadhi senza percezione del corpo e del mondo: c’è solo l’inenarrabile splendore del Sé immateriale. Tuttavia se il corpo dell’aspirante è in attività egli riceverà delle percezioni sensoriali del mondo; ma se si è abituato a mantenere lo stato naturale, il mondo non lo distoglierà più dal Sé, ma gli apparirà come un sogno.
A questo punto lo stato naturale può assumere due forme:
1. L’aspirante sente di trovarsi come in un sogno lucido ed è assolutamente consapevole di non essere quel sogno; questo fa sì che l’attenzione resti naturalmente centrata sul Sé.
2. L’attenzione si riassorbe nel Sé, le percezione del mondo svaniscono (il che significa che il corpo dell’aspirante si sarà immobilizzato) e l’aspirante entra in Turiya. I tibetani chiamano Turiya con la bellissima metafora: “l’esperienza della chiara luce”, laddove per luce non si intende necessariamente una luce percepita ma lo splendore del Sé.
Questi Ritiri sono di 5 giorni e non vengono annunciati in calendario perché per ora vi partecipano solo aspiranti che hanno già lavorato con me o che conosco bene.
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