— Le tue indicazioni, la pratica individuale e i Ritiri portano grandi benefici. Sto imparando a dimorare nella Consapevolezza che, a volte, si amplifica. Gli stati sono più piacevoli, rilassati e vedo molte paure, molti comandi e molti condizionamento inconsci.
Ma l’Altissimo, Quello che si fa vedere per una frazione di secondo e poi scompare, in quello non riesco a dimorare, non lo riesco a vedere e fa quello che gli pare. Renato ci ha detto che Quello non è uno stato mentale. Quindi io non posso fare nulla per vederlo bene, per stare con Lui. Pensa che mi ha guardato per un attimo mentre ero distratto, non dimoravo nella consapevolezza, né nella Presenza, né nel silenzio. Fa così da anni: si fa intravedere e poi nulla, come un lampo e lo fa in modo sempre inaspettato. Come posso fare per stare con Lui solo un attimo? Ha un fascino incredibile, ma ci vorrebbe la Grazia!
— Il cielo (la Grazia), c’è sempre, ma le nuvole possono coprirlo; da qui la sadhana: si pratica per dissipare le nuvole.
La pratica attraversa varie fasi che rispetto alle esperienze dirette sono le seguenti:
1. Si hanno, se ne accorge il maestro, ma l’aspirante non se ne accorge. Questo perché gli appaiono così fuori dal normale da non rendersene conto. Però, a furia di averle si comincia a rendersene conto.
2. Ed ecco la seconda fase: arrivano ma passano così velocemente che non si riesce a vederle.
3. Finalmente si riesce a vederle, e vanno ancora attraverso 2 fasi.
4. Poi aumenta la capacità di dimorare nello stato diretto e le esperienze non duali diventano più lunghe. Qui si dice che si entra nel samadhi.
5. Il samadhi si divide in tre fasi:
6: Savikalpa in cui si ha bisogno di sforzo per entrare.
7. Nirvikalpa in cui si entra senza sforzo ma è discontinuo (es. Alessandra Nanni).
8. Sahaja, lo stato naturale ininterrotto.
Yogananda chiamava tutto questo: l’idillio dell’amore con Dio…