— Ciao Maestro, stasera una gioia nuova allieta la mia nuova vita.
Durante la meditazione sulla spiaggia, che è sempre più viva di quando siedo in casa, stasera ho visto tutti i colori e poi ho capito che forse erano i chakra!
Insolitamente però stasera era una palla gigante nella mia fronte, cambiava di colore anche se predominava il rosso. L’eccezionalità è anche il fatto che se apro gli occhi o sono costretta a spostarmi, rientro immediatamente nella Mia Dimensione Divina.
Quando mi sono sforzata per uscirne, guardando il mare, sulla testa c‘erano lucciole e per pochi secondi tutto era irreale, mi è sembrato di osservare con gli occhi del Sé… ed io non c’ero più. Che emozione indescrivibile!!! Ma devo farti una domanda: nel samadhi, IO sono vento, sono mare, sono silenzio, sono Sé – ma al di sopra del Sé avverto qualcosa di più potente.. di più indescrivibile… è giusto così, o sbaglio qualcosa?
— Queste sono tutte percezioni sottili che per quanto possono affascinare fanno parte del mondo duale: quello onirico o astrale – a pare le lucciole –e non c’entrano con il samadhi.
Ora tu mi dici che hai avuto un samadhi. Se noti ti accorgerai che il momento di unione vero e proprio, dove non c’è conoscitore, conosciuto e nessun processo mentale per conoscenza se non la pura identità, dura assai di meno di tutta questa esperienza che mi racconti. Quando tu dici ‘Io sono vento, sono mare, sono silenzio’ sei già uscita dall’Unità, ma l’esperienza del samadhi è così forte che gli stati sattvici che seguono possono propagarsi per ancora un paio d’ore.
Nel samadhi tu hai una sola percezione: il Sé, l’Essere, che sei TU, nient’altro! Sei auto-consapevolezza, sennò non è samadhi – almeno per noi, perché Patanjali classifica vari livelli di samadhi, ivi compresi alcuni in cui vi sono valutazioni mentali.
Quando il samadhi è profondo è indescrivibile perché non vi sono concetti.