— Sollecitata dalla tua domanda mi rendo conto di essere spesso in un’identità ordinaria che vede il mondo ‘fuori’… Me ne rendo conto e mi dispiace. C’è la comprensione intellettuale della verità, ma un’abitudine mentale che si ripropone.
Se interiormente non incorro nell’odio degli artefici dei progetti distopici, è comunque molto sottile il confine, anche in termini di tempo dedicato alle notizie rispetto a quello dedicato all’interiorità. Sento che è un momento molto delicato, forse c’è anche l’eccitazione di vivere una svolta epocale e tanti punti interrogativi interiori: Cosa farei in caso di svolta autoritaria? Cosa sono disposta a perdere per non sottomettermi ad eventuali obblighi non etici?
— Non esiste un’identità ordinaria che vede il mondo ‘fuori’, esistono una o più identità esatte: io sono una che …? (ha paura di questo o di quello, vuole questo o quello, si sente così o cosà, ecc.).
Non è una questione morale, ma di scelte e di sadhana. Io non vedo più video di controinformazione, troppo in contrasto col Sé. Ogni tanto una sbirciata a qualche titolo per capire come si sviluppa la situazione. Ti ricordo che durante la vita di Sri Ramana avvennero eventi ben più drammatici e raccapriccianti degli attuali: l’ascesa di Hitler, la seconda guerra mondiale, le violenze in India legate alla liberazione dall’Inghilterra, la separazione del Pakistan, gli eccidi tra indù e mussulmani. Bhagavan non ne fece mai menzione nei suoi discorsi; talora ne parlò solo in privato per affrontare situazioni personali dei devoti, come quando disse a Poonja di andare a salvare i genitori in Pakistan. Non è questo un insegnamento inequivocabile ai sadhaka desiderosi della realizzazione spirituale?
Ci sono vari modi di purificare la mente secondo la qualità che si vuole sviluppare nel sadhaka. Può essere l’amore, il coraggio, il vedere il Divino negli altri, il non-attaccamento e qualche altra.
Se vuoi prova a lavorare così. Cerca le tue paure personali che stanno dietro il tuo interesse per le possibili svolte distopiche. Stila un elenco – dovrebbe essere breve perché ruotano intorno a ‘paura della morte’ e ‘insicurezza’. Prendi la paura maggiore, permetti interiormente che quel che temi accada e stacci dentro. Tornaci finché ti senti indifferente a quella paura. Poi, vi fosse, passa alla paura successiva.
Se non ci si abbandona a Dio o al Sé, che è la stessa cosa, non vi può essere realizzazione spirituale, si rimane l’ego agente. Ti invito a ponderare gli insegnamenti di Swami Ramdas in ‘Fede Incrollabile’. Sono gli stessi di Ade Shankara in ‘Bhaja Govindam’. Allora si entra nella non-azione e compare il Testimone maturo, non coinvolto.