Shiva – Il testimone neutrale

Tu sei testimone neutrale che osserva, quando c’è percezione, le cose che appaiono. Quando non c’è percezione sei Essere-Coscienza autoconsapevole di se stesso. In entrambi i casi c’è appagamento assoluto, perciò non c’è nessun desiderio. Questa libertà da qualsiasi bisogno genere beatitudine a vari livelli, che vanno da estasi esaltante a Pace-Silenzio.

Poiché essere ‘osservatore neutrale’ non comporta alcuna azione, gradualmente il senso dell’io viene meno fino a scomparire del tutto.
Eppure l’azione si manifesta, la struttura psicofisica agisce in risposta agli eventi, mossa dall’intelligenza/conoscenza accumulata e soprattutto dalla volontà/ispirazione divina.

È sorprendente! Non capisci come avvengano le cose, dato che non stai facendo niente. È sorprendente ed è impossibile da spiegare, a meno che non abbiate questa esperienza.

Se leggete il bellissimo libro di Annamalai Swami “I miei giorni con Bhagavan”, scoprirete che Ramana era estremamente direttivo, e anche pignolo sulle sue istruzioni. Diede istruzioni dettagliatissime su come costruire tutti gli edifici dell’ashram, e controllo personalmente che i lavori fatti secondo le sue istruzioni. Dall’esterno si sarebbe detto che era totalmente coinvolto in quell’attività, eppure Egli diceva di non esserlo affatto e che si limitava semplicemente ad osservare ciò che appariva.

Pensate, d’altronde, al vostro corpo… A parte la muscolatura volontaria, tutte le elaboratissime funzioni vitali avvengono senza l’ausilio della vostra volontà e senza che ve ne rendiate conto… E siete poi così sicuri di muovere la muscolatura volontaria seconda la volontà del vostro piccolo ‘io’? Papaji (Poonja) parlava di un Potere che lo muoveva ad agire o a non agire.

Tu sei l’osservatore neutrale che osserva ciò che appare!

Figuratamente nella tradizione indù questo è rappresentato da Shiva che giace disteso e Shakti che danza sul suo ventre. Shiva è l’osservatore neutrale – che è immobile, non agisce, per questo giace disteso; Shakti è il movimento.

Questa dualità è così pronunciata soprattutto nella fase iniziale e media della sadhana, quando è indispensabile la corretta discriminazione tra Vero e falso, tra Realtà e illusione. Quando poi voi diventate Shiva – l’osservatore neutrale, la coscienza immobile – che cosa succede? Che riconoscete che anche Shakti è Shiva – è come dire che l’oceano immobile nella sua interezza, riconosce che anche le onde sono oceano. Allora non notate più differenze: tra movimento e immobilità, tra peccato e virtù… Tutto è Shiva. E così siete nella non-dualità, nel samadhi.

Prova.