Dai Satsangha di Francis Lucille:
Partecipante: — A volte vedo l’Io Sono come una funzione, un testimoniare.
Lucille: — Se diciamo che è una funzione, è comunque limitativo perché gli si attribuisce una connotazione dinamica. È anche la quiete universale. Nel Vangelo secondo Tommaso, Gesù dice ai discepoli: “Se vi dicono: ‘Da dove venite?’, rispondete: ‘Veniamo dalla luce’. Se vi chiedono: ‘Qual è il segno della luce in voi?’, rispondete: ‘È il moto e la quiete’. “ Non solo il moto, non solo la quiete.
Partecipante: — È facile visualizzare la coscienza che illumina, ma non è altrettanto facile vedere che anche la manifestazione è quella stessa coscienza.
Lucille: — Il saggio Krishna Menon ricorre all’esempio dei volti scolpiti nella roccia. Dice che all’inizio vediamo solo i volti. Dopo esserci goduti la loro vista per un po’, perdiamo interesse e allora sfuochiamo l’attenzione e ci accorgiamo della roccia, lo sfondo di pietra che circonda i volti. Riportando lo sguardo sui volti, notiamo che anch’essi sono fatti di pietra. I volti rappresentano gli oggetti, lo sfondo di pietra è la coscienza testimoniale, e vedere nei volti la pietra rappresenta la comprensione che gli oggetti sono fatti di coscienza.
Partecipante: — È un po’ come uno specchio, in quanto gli oggetti nello specchio non sono altro che vetro.
Lucille: — Esatto. Prima di renderci conto dell’esistenza dello specchio siamo come il gatto che vede allo specchio un altro gatto e cerca di afferrarlo. Il gatto che sbatte contro lo specchio equivale al momento in cui ci si rende conto della coscienza testimoniale. È il nirvikalpa samadhi, ossia la realizzazione della coscienza testimoniale, l’esperienza dello specchio, l’esperienza soggettiva della pura coscienza. Quando torniamo alle immagini, esse non sono più reali, nel senso che non sono più esistenze separate, situate fuori dalla coscienza e fatte di materia. Ci accorgiamo che non sono altro che lo specchio. Questo è il sahaja samadhi, il nostro stato naturale.
La quiete è la presenza invisibile dello specchio. In effetti lo specchio è in stato di quiete, ma le immagini riflesse che cambiano in continuazione sono ciò che chiamiamo ‘mente’. Anche il moto non è altro che lo specchio. Non possiamo dire che c’è solo quiete e non c’è moto, e neanche che c’è solo moto.
Partecipante: — Se siamo lo specchio, allora noi siamo anche tutto ciò che vi è riflesso. Lo specchio è così ovvio che non si nota.
Sì, lo specchio è il segreto che sta sotto gli occhi. Nel Vangelo secondo Tommaso è detto: “Se vuoi nascondere un oggetto, mettilo bene in vista”. È lo stesso segreto di cui parla Lao Tse quando dice: “Il Tao di cui si può parlare non è il Tao”.
Partecipante: — Questo insieme di condizionamenti e memoria, che chiamiamo ‘la persona’, perdura dopo che non rimane più nessuno?
Lucille: — Non importante se resta un immagine-io, ciò che importa è se questo concetto ha ancora credibilità. Io, ad esempio, venni educato con l’idea che i bambini nascono sotto i cavoli, ma avendo avuto tre figli questa idea ha perso di credibilità! L’idea mi potrebbe tornare mente, oppure no, ma che importa?
In pratica, il concetto e la sensazione di essere una persona separata hanno costantemente bisogno di essere alimentati e rinforzati. Una volta smesso di alimentarli, essi appaiono sempre di meno. Comunque è pericoloso dire: “Mai”. Come facciamo a sapere cosa c’è dietro l’angolo? È solo l’ego che desidera questo tipo di assoluta perfezione a livello di corpo e mente. Se siamo davvero distaccati non abbiamo progetti per l’ego e il pensiero e la sensazione di essere separati, né a favore né contro. Non hanno più potere su di noi. Solo l’ego vuole liberarsi dell’ego.
Il punto è distaccarsi dal concetto di essere una persona: ed è l’esperienza di ciò che siamo veramente a distaccarci da quell’idea. Non basta capire non c’è il serpente: dobbiamo vedere la fune, dobbiamo vedere in piena luce ciò che appare come presunto serpente, altrimenti, anche se potremmo esser liberi da un serpente, la prossima volta sembrerà che ve ne sia un altro.
Questa è la via diretta! Andiamo dritti alla nostra vera natura, e da lì tutta la confusione che c’è a livello di mente e corpo si dissipa gradualmente.