sonno profondo, beatitudine e turiyatita esaminati in quanto stati ininterrotti

Guru Vachaka Kovai’ di Sri Muruganar
con commento di Sadu Om.
Capitolo 76 – ‘Il Sonno Profondo’.

Grazie a Sri Jnanananda per avermi segnalato questo passo.

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455 – Anche se gli uomini godono della somma felicità durante il sonno profondo, in cui non esiste nient’altro che il Sé, invece di capire che quella è la vera felicità e cercare di realizzarla nella vita [cioè praticare l’indagine sul Sé per sperimentarla ininterrottamente anche nello stato di veglia], desiderano gli oggetti dei sensi, come se questi fossero rimedi alle sofferenza della vita. È pura follia.

456 – L’ignoranza si interessa solamente agli oggetti [il non-Sé] conosciuti dall’ego nei due stati di veglia e sogno – diversi dal sonno profondo e dallo svenimento -, ma non è interessata al Sé.

457 – Si dice che il sonno sia una ‘guaina’ [kosha, un corpo] solo a causa dell’oblio del Sé, alla luce del quale si considera che lo stato di veglia sia quello della vera conoscenza [il verso 461 ne spiegherà completamente la ragione]. Se si abbandona tale erronea convinzione, allora il sonno profondo risplenderà come l’unica Realtà non-duale.

Commento di Sadhu Om: La coscienza dell’ego, il sentire ‘io sono il corpo’, che esiste soltanto nella veglia e nel sogno, si spaccia per la vera coscienza del proprio Essere, mentre invece è uno stato di incoscienza e ignoranza. Se però, per mezzo dell’indagine, si realizza il proprio vero stato come pura Coscienza Auto-esistente, priva di attaccamento al corpo, la coscienza dell’ego esperita nella veglia e nel sogno come il proprio vero Essere, apparirà irreale. Allora si realizzerà che lo stato del sonno profondo è la perfetta vera coscienza del Sé.

È solo per chiarire questo punto che Sri Bhagavan, ne ‘Il Vangelo di Ramana Maharshi’, ha detto: “Il sonno profondo non è ignoranza, è il proprio stato puro; la veglia non è conoscenza, è ignoranza. Vi è piena consapevolezza nel sonno, e totale ignoranza nella veglia…”.

458 – Chi, non conoscendo la propria vera grandezza, s’inganna pensando che durante il sonno non era in grado di vedere e conoscere, non è altri che l’ego, la radice che negli stati di veglia e sogno pensa di essere il veggente, e che non è il vero Te, il Sé!

Commento di Sadhu Om: Il Sé, che risplende durante il sonno, non è affetto dall’illusione di conoscenza e ignoranza; entrambi questi concetti opposti appartengono all’ego, il quale è assente durante il sonno. Ritornato poi alla veglia, l’ego afferma che nel sonno non era consapevole di alcun oggetto e nemmeno di sé stesso.

459 – Quando le triadi di veggente-vedere-visto e conoscitore-conoscere-conosciuto scompaiono a causa della distruzione dell’ego, e quando gli stati delle molte cose [veglia e sogno] vengono di conseguenza completamente distrutti, la pura e chiara luce del Sé brilla come un centinaio di soli. Questa è la notte di Shiva [Sivarathri].

Commento di Sadhu Om: Sivarathri è la notte di buon auspicio in cui tutti i jiva, compresi Brahma e Vishnu, adorano Shiva. La bellezza di questa notte è che vien detta “La Pura e Chiara Luce del Giorno”. Da cosa nasce questa apparente antinomia? È notte perché non vi è conoscenza di nessun’altra cosa [cioè non vi è conoscenza del non-Sé]; è pieno giorno perché risplende la Coscienza Pura.

460 – Quando le tendenze impure, senz’inizio, che sono la causa della veglia e del sogno, vengono distrutte, allora il sonno profondo, che era prima considerato tamas [la qualità di torpore, ignoranza, oscurità della coscienza], indicato come ‘vuoto’, e ridicolizzato come nescienza, si scoprirà che non è altro che Turiyatita stesso, lo stato oltre Turiya.

461 – Si dice che anandamaya sia una guaina che nasce dal gran desiderio di vivere nello stato di veglia, da parte di chi è identificato con il vijnanamaya kosha [l’intelletto]. Ma quando il forte ego che s’identifica con vijnanamaya viene distrutto, l’anandamaya che sopravvive perderà la natura di guaina rimanendo come Suprema Beatitudine.

Commento di Sadhu Om: Poiché abbiamo desideri, sotto forma di tendenze sottili, che ci spingono spesso a lasciare il sonno per immergerci nell’azione in vijnanamaya kosha [intelletto, buddhi], gli Shastra descrivono lo stato di beatitudine del sonno come un corpo, una guaina. È solo l’attaccamento al desiderio di pensare ed essere intellettualmente attivi, che ci trascina fuori da Anandamaya, il sonno profondo. Se si abbandona tale attaccamento, non si uscirà dalla Beatitudine del sonno profondo. Essa continuerà come nostra vera natura anche negli altri stati di veglia e sogno [Jnanananda è maestra in questo. È benedetta da Beatitudine profonda e costante, tipica del Brahmavidvara, il terzultimo bhumika]. Allora lo stato di beatitudine ininterrotta del sonno, invece di essere un mero involucro, risplenderà come il nostro eterno vero stato naturale di Beatitudine. [Viene alla mente l’immagina di Sri Anandamayi Ma].

462 – Se si raggiunge lo stato incrollabile di attenzione al Sé – il proprio ‘essere-coscienza’ – fino al sopraggiungere del sonno profondo [stato che Mukti ha completamente maturato], non vi sarà bisogno di affliggersi dicendo: “Ah, l’illusione del sonno ignorante, l’oblio, mi hanno sopraffatto” [ciò vuol dire che non vi sarà più sonno incosciente].

Commento di Sadhu Om: Dal momento che la conoscenza della coscienza ‘Io Sono’ continua anche nel sonno, non vi sarà sonno come oblio, ma l’esperienza del Sé risplendente.