— La meditazione procede. Il testimone assiste a dei flash non duraturi, ma chiari, sull’evidente non esistenza degli altri e del mondo. Sono contenta perché piano piano la mente perde terreno e diviene chiara l’inconsistenza di ogni cosa, oggetto o persona che sia. La sensazione che percepisco è come di varie chiazze di neve che vanno sciogliendosi al sole.
— È molto bello dimorare nel testimone. Attraverso questa pratica si acquista distacco, ci si rende conto che non siamo gli stati mentali che prima ci sovrastavano, e la mente perde terreno. Come rinunciare all’inizio a una tale pratica?
Però il testimone si ferma lì, e dopo parecchio tempo può diventare una magra consolazione contemplare le brutture cha appaiono dentro e fuori di noi e dire: “Be’, non sono io”…
Il testimone non porta alla liberazione, ma a un io che è consapevole di essere altro dal mondo.
Meglio è dunque, quando hai raggiunto quel minimo di consapevolezza di distacco che il testimone doveva produrre, sostituire al testimone l’AMORE (quello sì che porta alla Liberazione!) e DIMORARE AI PIEDI DEL GURU, che è il Sé, Shiva, la tua vera natura.
Abbandona a Lui il tuo io personale, la tua vita, la tua azione, il tuo destino, e vivi nell’AMORE per la Sua Purezza. Te la ricordi la poesia di Martí? “La mia mano segue obbediente ov’Egli la conduce…”, e lasciati “naufragare” in Lui! L’amore scioglie il nodo del Cuore.
Tu sei pronta a questo.
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Chiarisco meglio: fin quando il testimone non è fecondato dall’amore e non si riconosce in esso il Cuore, l’essenza del Guru (che si spera si ami) non diventa il Sé.
Esiste un solo amore, è l’amore per il Sé. Poi decade e diventa amore per qualcuno o qualcosa. In questo senso l’amore è Auto-amore, ma non mi sto riferendo al narcisismo. Il Sé non è il piccolo ‘io’.
…. Ora che vedendo nel testimone il Cuore del Guru lo percepisci con amore/devozione, aggiungi il senso del “Senza-Tempo”. Quello è un testimone degno di essere abitato.