A grandi linee, superate le pratiche preliminari e le meditazioni su oggetti esterni, il vero percorso spirituale comincia con un’introversione dell’attenzione che si ritira dagli oggetti dei sensi e si rivolge al soggetto percipiente.
Quando l’aspirante scopre che il soggetto percipiente è il Divino stesso, la gioia che prova lo porta nuovamente a un’estroversione. Questa volta però l’attenzione non rileva oggetti separati, ma il Divino in tutti i suoi aspetti, forme e manifestazioni, trascendente e immanente. Il culmine di questa estroversione è il samadhi, lo stato unitivo in cui l’io separativo scompare e si diventa UNO con tutto.
Qual è l’ingrediente, la vitamina che sostiene questa estroversione virtuosa che vi trasporta dal limitato all’Illimitato? Amore amore amore amore amore amore amore amore amore amore!
Dovete spingere l’amore verso tutti gli esseri senzienti, a partire dagli esseri umani che sono quelli più vicini a noi e quelli con cui si hanno maggiori problemi di relazione.
Voi siete Dio Padre! Quando vi rivolgete a Dio Padre come vi aspettate di trovarlo? Chiuso, arrabbiato per quel tale errore che avete fatto? No, lo trovate sempre misericordioso, pieno d’amore e di stima per voi e desideroso che realizziate appieno, e al più presto, la vostra vera natura divina. Dio Padre sarà felice che siate di nuovo in contatto con Lui e vi ripagherà con tutto il Suo amore.
Così dovete essere voi con gli altri se volete realizzare la vostra natura divina. Vi è un unico metodo per compiere questa trasmigrazione dall’ego chiuso e limitato a Dio Padre onnipotente nell’amore: spingere spingere spingere ad amare senza sosta… fin quando non sarete Dio Padre onnipotente; allora amerete infinitamente ma senza più bisogno di spingere…
Quando serbate rancore per qualcuno che vi ha ferito, in realtà siete arrabbiati per il vostro limite di rilanciare l’amore; siete arrabbiati perché la vostra natura divina stenta a riabilitarsi. Portate l’attenzione a questa dinamica. Quando la vostra capacità di amare si chiude, voi siete feriti nella vostra più profonda essenza. È questo che vi dà dolore, non il torto ricevuto.
Sostituite la compassione all’odio, l’avversione e l’indifferenza verso gli altri… per i loro errori, il loro dolore, per la loro fragilità e i loro bisogni. Questi altri sono tutti figli vostri; sono come gli uccellini nel nido che vi attendono con il becco spalancato per essere nutriti dalla vostra misericordia. Siete Dio Padre, cosa aspettate? Fate il vostro lavoro. Non andate a dormire senza aver rivolto il vostro amore verso gli esseri umani.
Questo è amore per Dio!
Senza questo non c’è, non c’è nessun vero percorso spirituale; al massimo c’è un percorso di crescita personale il cui beneficiario è l’ego.