su non-distanza, affinità, musica e silenzio

Commento al Report di Monica

Monica: «Al risveglio Sono ‘Non-Distanza’.
Non c’è distanza con l’oggetto mondo. Un totale non-attaccamento. Onde di Beatitudine mi pervadono».

COMMENTO DI SERGIO
L’affinità è una considerazione di distanza. Esempio: «mi sento più vicino al jazz che all’heavy metal. Più distanza meno affinità; meno distanza più affinità; distanza zero: Samadhi!
Il non attaccamento che qui si sperimenta non è dato dalla negazione del mondo ma dal fatto che il mondo è diventato l’unico Brahman. Quindi non-distanza, affinità massima, stato di unione, beatitudine.
Sono esperienze che manifestano il veloce approfondirsi della realizzazione avvenuta tre mesi fa.

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Monica: «Anche questa mattina come già da qualche giorno non ascolto più le musiche ispiranti che amo tanto di Snatam Kaur, è come se fosse avvenuto un naturale sciogliersi di questa abitudine-attaccamento.
Oggi però c’è qualcosa di diverso. Questo non-attaccamento al mondo sta dischiudendo il ‘fiore’ dell’assenza di distanza che emana la sinfonia Beatifica dell’Unica Realtà.
Sono consapevole che la percezione di ciò che c’è non è più la stessa.
Gli oggetti-mondo appaiono come singoli movimenti musicali di note di Beatitudine, ma uniti nella sinfonia del Sé.
È meraviglioso. Una silenziosa Beatifica Sinfonia Musicale.
Sono in un lieve sonno consapevole e, guidando la macchina per andare al lavoro, vedo-ascolto il riflesso della Realtà relativa (alberi, paesaggio) come la meravigliosa musica della Beatitudine».

COMMENTO DI SERGIO
Quando il suono raggiunge la massima purezza, si tramuta in silenzio, ma quel silenzio non è negazione della musica, bensì la contiene in essenza, come la ghianda contiene la quercia. L’illuminato percepisce quel silenzio come una sinfonia, anche se la musica fisicamente non c’è.
È come quando facciamo esperienza del Vuoto o del Nulla e diciamo «Non c’è nulla, ma è un nulla pieno, vivo».
In questa luce, ripensando alle parole di Sri Ramana: «Il silenzio è eloquenza perfetta», comprendiamo che non si tratta di un ossimoro poetico con fini puramente estetici. Quel silenzio contiene la quercia, la nostra vera natura di Pura Coscienza, che è prima della mente e quindi indicibile, eppure ‘È’.
Un’altra visione della trasmutazione del suono in silenzio ce la offrono i chakra – dei quali, vorrei precisare, non sono un esperto. La sillaba OM, la vibrazione che dà origine alla creazione e la riconverte in vibrazione nel ritorno alla sorgente, è nel 6° chakra. Ma in Bindu, Sahasrara, e nel Cuore spirituale non c’è suono.
Ancora sulla creazione, la Bibbia dice: «In principio era il Verbo. Il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini» (Gv 1, 1-4). La luce-vita è la Coscienza.

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Ho dato molte informazioni sul suono per mostrarvi quanto sia collegato al Sé ontologicamente.

A questo punto vorrei portare la vostra attenzione alla mia indicazione – nel post “Indicazioni Per La Liberazione” – di aprirvi la strada al samadhi attraverso l’abbandono alla musica e il fondervi in essa.

La musica di cui lì parlo non funge da intrattenimento. Unita alla pratica meditativa che descrivo è dissoluzione della forma (concetti compresi) in pura vibrazione. Dice il mio amico Aldo in un suo report: «Quando ascolto la musica come mi hai indicato, vengo rapito dalla vibrazione e divengo io stesso vibrazione, allora solo la vibrazione esiste».

Ma il processo non si ferma qui, c’è un’evoluzione. Nel post aggiungo: “Una volta acquisita familiarità con tale pratica, a un certo punto, spontaneamente, sentirete la spinta ad immergervi e fondervi in Voi Stessi». Qui avviene la sussunzione della musica nel Silenzio Originario. La musica non c’è, ma è come se vi fosse.