— Non capisco quando dici che il Saggio è oltre al samadhi; anche quando parli di Ramana e dici che lui è sempre stato lo stesso.
— Io ti sconsiglio di avere come obbiettivo il samadhi – non ho mai visto nessun testo spirituale che lo dica. Abbi come obbiettivo l’essere il Sé. In questo modo tutti i samadhi di livello inferiore transiteranno senza che tu li identifichi con la Liberazione. Ramana e Atmananda danno alla parola samadhi due significati diversi. Lo vedremo nel corso della traduzione del testo di Sri Atmananda.
— In samadhi c’è ancora percezione degli oggetti, solo che non c’è mente e quindi la realtà – la natura per esempio – appare meravigliosa. Tranne nel nirvikalpa dove scompare tutto. Oltre a quello non so cosa ci possa essere: l’energia cosmica, la percezione di vibrazioni sottili, non so.
— Il samadhi in cui si vedono gli oggetti è il savikalpa, e c’è ancora mente, altrimenti non li vedresti. Il samadhi in cui non vi sono né oggetti né concetti ma solo il Sé è il nirvikalpa; qui non c’è mente, per questo da lì si promana l’ineffabile soave Silenzio di cui parlavo ieri. Quando il nirvikalpa diventa ininterrotto e, in rapporto al movimento si può dire di esso che sia lo sfondo su cui passano tutti gli altri stati di livello inferiore, e ti è assolutamente chiaro al di là di ogni dubbio che tu sei quello, quello è il sahaja, lo stato naturale, e non c’è altro da raggiungere oltre quello perché è l’Assoluto.
Atmananda considera i samadhi come stati mentali. Un esempio:
1019. “L’esercizio del pensare profondamente alla Verità rivelatati dal Guru con l’aiuto della ragione superiore ti conduce in uno stato chiamato nirvikalpa samadhi, in cui la mente rimane in uno stato di quiete e tu sei testimone di tutto. Abituandoti a questo stato attraverso la pratica prolungata, un giorno il seme della Verità ricevuto dal Guru nella forma dell’aforisma ‘prajñanam asmi’ (Io sono la Coscienza), maturerà i suoi frutti e tu ti renderai conto che la tua vera natura è Coscienza. Questa è l’autorealizzazione”.
È evidente che per Atmananda il samadhi è uno stato di quiete mentale, non è certo il nirvikalpa che intende Ramana.
— Sembra più simile al nirvana che a sat-chit-Ananda.
— È il nirvana! Da cui emerge sat-chit-ananda. Non ti ricordi il testo di Poonja ‘Il Vuoto che Danza’?
“Tu sei Vuoto, la sostanza ultima suprema.
Non vi è nulla al di là del Vuoto.
Tutto nasce da Questo, danza in Questo e ritorna a Questo,
come l’oceano che si leva in onda per danzare.
Poiché niente è fuori da tale Vacuità,
essa è Pienezza.
Il Vuoto sta tra ‘è’ e ‘non è’.
La tua natura è Silenzio, e ciò non è acquisibile,
è già sempre così.
Lo spazio fu la tua prima nozione
e tu assumesti sat-chit-ananda come tua prima forma”.
Dov’eri quando lo postai?
— In quel tempo leggevo ma non capivo, avevo occhi ma non vedevo, orecchie ma non sentivo :-D
— ❤